Altalena e socializzazione
Dell’altalena per utenti in carrozzina ormai abbiamo scritto di tutto e di più, a raccogliere tutti gli articoli, le riflessioni e le provocazioni si potrebbe realizzare un libro! Di recente mi è capitato di partecipare a una discussione in un gruppo chiuso nel quale era stata pubblicata una foto di una di queste altalene e li lodava l’amministrazione per aver scelto di installare quel gioco in un parco pubblico. La maggior parte degli utenti, qualcuno aveva dei dubbi?, ha risposto con tanti “che bello”, “ce ne dovrebbe essere una in ogni città”, “finalmente qualcuno pensa ai bambini disabili”.
Tralasciamo tutti i ragionamenti e le riflessioni che si possono fare riguardo questo gioco visto che abbiamo ampiamente trattato l’argomento; se volete approfondire potete leggere alcuni dei vecchi articoli in sui si affronta l’aspetto sicurezza, la componente inclusiva e molto altro: http://www.parchipertutti.com/articoli-sullaltalena-per-carrozzine/
All’ennessima spiegazione da parte mia sul perché installare questo singolo gioco accanto a strutture classiche non serva assolutamente a creare inclusione ho aggiunto che in un parco giochi i bambini dovrebbero socializzare e questo gioco assolutamente non permette ai bambini di interagire tra loro. Sono stata subito provocata/attaccata e mi è stato fatto presente che nessuna altalena permette la socializzazione, che si tratta di un gioco solitario. Siccome l’argomento gioco mi interessa moltissimo, tanto che in questi anni mi sono documentata parecchio leggendo vari testi, (libri alla portata di ogni utente che non abbia seguito un percorso di studi pedagogico o simile), ci ho riflettuto tantissimo e queste sono le mie osservazioni.
Sicuramente l’altalena non è considerata un gioco che favorisce la socializzazione come possono invece esserlo altri tipi di strutture gioco installate nei parchi che favoriscono giochi di ruolo come ad esempio una casetta, una barca, un gioco d’acqua. I bambini accendono la fantasia e si assegnano dei ruoli: pompieri, marinai, capo cantieri e stabiliscono regole da rispettare, azioni da svolgere insieme, inventano situazioni… Però c’è una sostanziale differenza tra un’altalena riservata esclusivamente a utenti in carrozzina, (ci si può salire solo se seduti in carrozzina), e un’altalena classica. Le altalene classiche sono spesso installate su telai che ospitano due seggiolini affiancati e non so voi ma io al parco li osservo i bambini e spesso vedo due bimbi in attesa che si liberino entrambe le altalene per salire e dondolare insieme e fare a gara a chi arriva più in alto spingendosi. Spesso si creano bisticci tra chi fa la fila per salire e anche questo è un modo per socializzare, per imparare a risolvere un piccolo problema senza l’aiuto dei genitori. C’è chi sussurra: “sono arrivato prima” io e chi risponde: “no non è vero!” C’è chi grida: “tocca a me!” E chi risponde: “facciamo cinque minuti per uno”. Altri che implorano: “ti prego, sei sull’altalena da due ore, ora fai salire me?”
Inoltre i bambini possono spingersi a vicenda e quindi aiutarsi; un esercizio che stimola ascolto e collaborazione perché chi spinge talvolta deve ascoltare le istruzioni: “spingimi più veloce”, oppure “spingimi più piano perché ho paura”.
Nel caso dell’altalena per carrozzina non può verificarsi nessuna di queste casistiche, nessuna. Non è possibile spingere l’enorme cestello che ospita la carrozzina in quanto è pericoloso, non si può gareggiare perché questa altalena ha un movimento oscillatorio irrisorio. Non si può far la fila e litigare per stabilire a chi tocca salire per primo perché è un gioco riservato ai soli utenti su sedia a ruote.
Per quanto riguarda la mia esperienza personale ricordo ancora con immenso piacere le lunghe dondolate insieme alle mie cugine della Brianza nel campeggio in Romagna, osservo mio figlio e talvolta non so se ridere o piangere quando fa a gara con Mattia, che è più piccolo di lui, per arrivare primo all’altalena e scegliere il sedile migliore, (sono due identici). Sorrido quanto si spinge in alto in alto fino a toccare le piante che crescono sul pergolato sotto cui si trovano le altalene e sorrido anche quando si lancia dal seggiolino sulla sabbia insieme al cuginetto per vedere chi arriva più lontano; una prova di coraggio 🙂
Mi farebbe piacere conoscere l’opinione di altre persone riguardo la differenza tra un’altalena classica e una per i soli utenti in carrozzina per ampliare questo articolo.
Mamma Sonia: una differenza in più tra le “classiche” altalene e quella “incriminata” me l’ha detta mio figlio quando ne hanno installata una qui da noi. “non ci salgo: mi guarderebbero tutti.” e per un anno non ha nemmeno voluto più entrare in quel parco (davanti alla sua scuola) perché aveva paura che gli proponessi di salirci. Io non ci avevo pensato ma ha ragione lui: già deve sempre sentirsi gli occhi addosso perché ha una carrozzina (manuale o elettronica), su quell’aggeggio… non oso pensare i commenti pietosi, gli sguardi compassionevoli. Io mi batto perché venga trattato come tutti gli altri e poi lo dovrei far salire lì sopra… dove palesemente si vede che non è come tutti gli altri.
Claudia Protti – © Parchi per Tutti
Tutto il materiale presente in questo sito è protetto dalle norme a tutela del diritto d’autore e non può essere utilizzato senza nostro consenso, (quindi non è possibile usare la funzione copia/incolla e ripubblicare i nostri articoli). Potrete invece sempre contattarci per chiederci l’autorizzazione a usare il nostro materiale, (spesso ripubblicato su siti e blog a cui abbiamo ceduto i diritti previo contatto). È anche possibile fare corte citazioni dei nostri testi, citandoci come fonte e inserendo un link al post originale. In particolare tutte le immagini pubblicate sul sito sono di nostra proprietà, come certifica il watermark che non va rimosso in alcun caso. Ci riserviamo di fare intervenire il nostro legale nel caso il nostro materiale venga usato senza nostro consenso e non rispettando la normativa vigente sul diritto d’autore.