Bambini in carrozzina e altalena…
06 Gen 2019

Bambini in carrozzina e altalena…

06/01/2019 Nel mese di marzo 2018 Trish Allen, una mamma che vive a Fort Smith in Arkansas (USA) ha pubblicato su facebook il video di suo figlio che dondola ridendo su un’altalena per utenti in carrozzina. Il video è stato rilanciato da mezzi di informazione, associazioni, pagine facebook e utenti privati; chiunque lo abbia pubblicato ha affermato che in ogni città dovrebbe esserci un’altalena come questa per far sorridere i bambini “disabili” perché anche loro (poverini) hanno diritto di essere felici. Il video è stato visualizzato da decine di milioni di persone che hanno messo cuoricini. 


Siamo sicuri di volere questo? Abbiamo riflettuto sull’utilità di un gioco (che tra l’altro in Italia non è certificato) esclusivamente riservato a utenti in carrozzina? Questa è davvero inclusione? Lo sapete quante di queste altalene ci sono in Italia? Ce ne sono più di 400. Purtroppo nel 95% dei casi sono installate in parchi in cui risulta essere l’unico gioco accessibile a bambini in carrozzina. Il risultato è che il bambino gioca da solo, nessuno si può avvicinare a lui e tutti gli altri bambini possono correre nel parco e salire e scendere da tutte le altre strutture gioco (quando ci sono) che vengono negate al bambino in carrozzina. Voi lo portereste un bambino in un parco dove può utilizzare solo una struttura gioco isolato da tutti gli altri? Anche nell’immagine potete vedere la situazione generale: il figlio di Trish Allen sull’altalena e accanto un grande castello con scivoli a cui lui non può neppure avvicinarsi…
In questi parchi in seguito, (il Sindaco spesso è ben felice di comprare un gioco che costa poco e far bella figura con i cittadini tramite i mezzi di informazione), quasi mai vengono installati altri giochi fruibili a bambini con disabilità e il bambino in carrozzina resta quindi a giocare a da solo sull’altalena. Non affermiamo quindi che è un inizio di qualcosa di più grande perché i dati parlano e lo fanno bene. Il bambino si deve accontentare, gli deve anche piacere l’altalena; nessuno prende in considerazione il fatto che potrebbe amare la giostra che gira o lo scivolo o un gioco a molla. Altalena riservata: accontentati di quella!
Ormai son trascorsi parecchi anni da quanto ci battiamo per sensibilizzare le persone riguardo i parchi gioco inclusivi e tanto è stato fatto; quello che manca ancora oggi è la cultura dell’inclusione, quella vera, e la professionalità. Non è sufficiente scegliere un giochino da un catalogo (ad esempio un gioco che non rispetta la normativa) per far felici i bambini con disabilità. Occorrono professionisti in grado di progettare un parco accessibile e che offra strutture gioco accessibili al maggior numero di utenti possibili. Non è utopia, si può fare ed è stato fatto in tante città. Soprattutto dove gruppi di mamme si sono battute per far valere il diritto al gioco dei loro figli. E allora invece di condividere questo video (condividere non aiuta certo a cambiare la realtà dei nostri parchi) facciamo qualcosa di concreto: scriviamo al Sindaco, diamo vita a gruppi di genitori che periodicamente interrogano l’amministrazione comunale riguardo la realizzazione di un’area giochi per tutti.

Quelle centinaia di migliaia di persone che hanno condiviso il video non hanno procurato alcun effetto benefico alla comunità e ai bambini con disabilità, pensate se solo la metà di essi avesse invece preso l’iniziativa di scrivere una lettera al Sindaco chiedendo la realizzazione di un vero parco dove tutti i bambini possono giocare insieme!

Claudia Protti & Raffaella Bedetti – © Parchi per Tutti

 

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