E i bambini con ritardo mentale?
09 Apr 2017
09/04/2017. Abbiamo sempre parlato di bambini con disabilità motoria e delle loro difficoltà a frequentare i parchi gioco perché la disabilità motoria è quella che conosciamo meglio. Però non esiste solo quella, i tipi di disabilità sono diversi, e i parchi dovrebbero essere spazi accessibili e con giochi usufruibili da parte di tutti i bambini! Vi invitiamo a leggere la riflessione di mamma Veronica che gentilmente ci ha permesso di pubblicare il suo punto di vista di mamma di un bimbo con disabilità intellettiva.
Giocare è importante ed quindi indispensabile includere tutti nel divertimento al parco. Speriamo che questi suggerimenti servano come spunto di riflessione a chi progetta i parchi gioco perché a volte potrebbero essere sufficienti piccoli accorgimenti, (ad esempio recintare i parchi), utili tra l’altro anche ad altri bambini!

E i bambini come il mio con un grave ritardo mentale? Mio figlio ha un ritardo mentale dovuto a una probabile sindrome genetica su cui ancora si sta indagando (è anche cieco da un occhio e ha un rene che non si è sviluppato). Cosa si potrebbe fare per creare parchi inclusivi per bambini con ritardo o bambini autistici e/o con problemi comportamentali e relazionali? Vi posso presentare i problemi che riscontro come mamma:
– sono bambini che vanno in tilt in contesti troppo dispersivi o caotici: mio figlio si tranquillizza in spazi strutturati;
– sono bambini che, avendo difficoltà a comunicare, possono diventare autolesionisti o picchiare, (e quindi poi vengono esclusi). Potrebbero essere utili cartelli in comunicazione aumentativa con semplici tessere tipo “tocca a me”, ” tocca a te”, ” vuoi giocare?”,  “aspetta”,…
– dovrebbe esserci una buona distanza tra gruppi di giochi: mi spiego meglio: nei parchi dove andiamo c’è lo scivolo attaccato all’altalena o alla.cesta e io devo sempre frenare mio figlio perché si fionda verso l’altalena mentre gli altri bambini vanno a folle velocità
– sono bambini che tendono a scappare e nascondersi, per noi l’ideale sarebbe un parco recintato e magari parchi senza ostacoli visivi (ad esempio cespugli…) in modo che con lo sguardo li si possa seguire, perché per aiutarli bisogna lasciar loro anche un minimo di autonomia.

Ultima cosa: cambiare la mentalità della gente. Ti assicuro.che sono bambini che vengono molto isolati e sono sincera che a volte non lo porto volentieri al parco proprio perché vedo che alcuni genitori lo guardano come se dovesse combinare chissà che cosa e guardano me come se fossi la mamma che ha educato un teppista…

mamma Veronica

Claudia Protti & Raffaella Bedetti – © Parchi per Tutti

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