Intervista a Lorenzo F. sui parchi inclusivi
14 Set 2017

Intervista a Lorenzo F. sui parchi inclusivi

Abbiamo chiesto ad alcuni studenti che hanno scelto come argomento per la tesi i parchi gioco inclusivi o parchi accessibili e fruibili da parte di un’ampia tipologia di utenti di rispondere a qualche domanda. Queste sono le risposte di Lorenzo. Grazie!

 

  • Quale Università/facoltà hai frequentato e per quale motivo. Ciao, mi chiamo Lorenzo e frequento la facoltà di architettura al Politecnico di Milano, sede di Mantova. Ho iniziato questa università perché ho sempre avuto la passione per la progettazione e per il team working.

 

  • Qual è il lavoro a cui aspiri? Nel tempo mi sono accorto che il mestiere dell’architetto non è ciò che voglio fare da grande. Grazie a molteplici esperienze fatte al di fuori della scuola e dell’università, soprattutto in ambito scout, ho deciso di puntare verso un mestiere che mi metta maggiormente a contatto con le persone. Mi piacerebbe insegnare alla scuola secondaria materie come tecnologia e matematica. Quest’anno, per avvicinarmi al modo della scuola, mi sono iscritto al servizio civile come volontario per i servizi scolastici. Altre mie grandi passioni sono il teatro e la recitazione che vorrei mettere a frutto coinvolgendo grandi e piccoli.

 

  • Perché hai scelto di fare la tesi su un argomento così particolare? Nella mia carriera universitaria ho frequentato un workshop che trattava di progettazione inclusiva, venendo a conoscenza di questo argomento a me sconosciuto.

 

  • Come sei venuto a conoscenza delle aree gioco presso le quali anche i bambini con disabilità possono giocare? Ho scelto di trattare l’argomento dei parchi inclusivi nella mia tesi perché è una tematica assolutamente attuale e quasi sconosciuta in ambiente accademico. 

 

  • Quale è stata la cosa più difficile nel tuo percorso riguardante i parchi per tutti? Cosa ti ha colpito, quali aspettative avevi e in cosa sei rimasto deluso? Non mi ero mai posto il problema riguardo alla possibilità di avere un’area giochi utilizzabile da tutti senza discriminazioni. Nelle attività di workshop abbiamo studiato varie soluzioni per rendere parti della città inclusive e accessibili, tra cui un’area verde contenente un parco giochi. Solo toccando con mano la realtà ci siamo resi conto di quanto una progettazione con sguardo attento alle diversità e peculiarità di sia assolutamente necessaria. Quindi facendo qualche ricerca online mi sono imbattuto nel blog “parchi per tutti”. Attraverso il blog sono venuto a conoscenza delle molte realtà italiane che hanno sposato la causa dell’inclusione nell’ambito del parco giochi.

 

  • Hai riscontrato che la realtà è differente da ciò che avevi immaginato? Sono rimasto deluso dalla difficoltà di reperire materiale e dal non aver trovato alcuna pubblicazione in merito o riferimenti a strutture progettate o realizzate da architetti. Parlando di ambiente educativo, credo che la dimensione del parco, quindi del gioco, sia fondamentale per la crescita di un bambino e per lo sviluppo delle sue capacità fisiche e relazionali. 

 

  • Quali parchi hai visitato e cosa ti è rimasto impresso, (ambiente circostante, strutture gioco, presenza di tante o poche persone, qualche particolare, …). Ad oggi non ho ancora avuto l’occasione di visitare un parco inclusivo, quindi tutto ciò che ho appreso in merito è grazie al materiale audio video da voi pubblicato.

 

  • Qual è a tuo parere l’elemento imprescindibile di un’area gioco inclusiva? Mi auguro che in futuro le aree gioco inclusive possano diventare la norma in quanto occasione di gioco senza tipo di discriminazione. A mio parere l’elemento che non può mancare in una qualunque area gioco è l’intenzionalità educativa. Serve un occhio attento e consapevole che permetta di non accatastare altalene e giostrine in un fazzoletto verde, ma che progetti attentamente l’area con un pensiero verso chi la utilizza e con quale finalità.

 

Claudia Protti & Raffaella Bedetti – © Parchi per Tutti

 

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