Percorso partecipato ed esperti per realizzare un’area giochi
24 Set 2017

Percorso partecipato ed esperti per realizzare un’area giochi

Come nasce un parco giochi? Qual è il processo che inizia con l’idea di realizzare un’area adibita al gioco dei bambini e termina con la sua realizzazione? Nella maggior parte dei casi l’amministrazione comunale, se sono presenti fondi destinati all’acquisto di attrezzature per il verde pubblico, contatta un’azienda che produce e/o vende strutture gioco e contratta l’acquisto di scivoli, altalene, giochi a molla, casette e altre strutture che saranno installate nei parchi cittadini. È una procedura corretta? Secondo noi no. Ogni area gioco che possa definirsi davvero tale, dovrebbe essere progettata da esperti e condivisa con cittadini e associazioni di volontariato del territorio.

Perché progettazione partecipata? La riflessione nasce dall’inaugurazione di una delle ultime, e vorrei sottolineare rare, aree gioco inclusive per la cui realizzazione non sono stati coinvolti i cittadini o esperti che dovrebbero essere interpellati ogni volta che nasce l’idea di un nuovo spazio dedicato ai bambini come progettisti, pedagogisti, genitori, agronomi, associazioni di volontariato del territorio… Perché coinvolgere tutte queste persone per l’installazione di uno scivolo, due giochi a molla e una giostrina?

IMPORTANZA DEL GIOCO. Amministratori comunali, genitori e comuni cittadini sono assolutamente certi che progettare un’area gioco sia “un gioco da ragazzi” ma è una credenza assolutamente errata e nasce dall’altrettanto errato pensiero che il gioco* sia un’attività priva di valore che i bambini svolgono per trascorrere il loro tempo visto che non sono impegnati in attività che gli adulti reputano più importanti come lavoro, faccende domestiche, disbrigo di atti burocratici, … Spesso il gioco non viene neppure considerato allo stesso livello dello sport che, per alcuni adulti, è un’altra attività ritenuta extra rispetto ai doveri principali, un “di più” insomma. 

STUDIARE IL TERRITORIO. Perché realizzare un parco anonimo con piante non adatte a quel particolare habitat, con strutture gioco scelte a caso da un catalogo, in una zona della città non servita da mezzi pubblici o priva di qualsiasi esercizio commerciale? Esperti che si occupano di progettazione possono suggerire la zona migliore della città ove realizzare un nuovo parco che non deve necessariamente essere riservato ai bambini ma può essere uno spazio dove fare una piacevole passeggiata in mezzo alla natura, rilassarsi su una panchina leggendo un libro o semplicemente osservando gli allegri e chiassosi giochi dei bambini. Lasciare al caso la scelta del luogo potrebbe portare conseguenze come la non frequentazione del parco e quindi uno spreco di denaro pubblico.

ASCOLTO. Social network e mezzi di informazione riportano ogni giorno lamentele varie dei cittadini che denunciano la mancanza di spazi per bambini, di una fontanella, della sporcizia di un parco, marciapiedi senza rampa che agevolano la salita a passeggini e carrozzine, … Coinvolgere la cittadinanza nella progettazione di un’area verde dove i cittadini, adulti e bambini, possono recarsi per rilassarsi e giocare fa sentire il cittadino più coinvolto, compreso nei suoi bisogni, ascoltato. Spesso i cittadini si sentono esclusi dalle decisioni prese dalle amministrazioni comunali, subiscono i vari interventi senza averne potuto prendere visione o avere avuto la possibilità di esprimere la propria opinione. Eppure i cittadini spesso hanno grandi idee e possono suggerire soluzioni adatte al territorio nel quale vivono ogni giorno e del quale conoscono ogni piccolo dettaglio proprio perché lo vivono sulla propria pelle.

COLLABORAZIONE. Coinvolgere cittadini e associazioni di volontariato del territorio innesca una interessante collaborazione che sicuramente non terminerà con la realizzazione del progetto ma proseguirà anche nei mesi ed anni a venire grazie al senso di appartenenza che il cittadino avrà nei confronti dello spazio pubblico per il quale ha dato un piccolo suggerimento. Inutile negare il valore che attribuiamo ad un oggetto o spazio anonimo rispetto a uno spazio del quale comprendiamo dettagli e che abbiamo visto nascere. Possiamo riportare varie esperienze riguardanti la progettazione partecipata di aree gioco in varie città in cui gli abitanti segnalano con prontezza anomalie varie che si verificano nel parco, (rottura di giochi o arredi, sporcizia, …), rendendolo uno spazio di cui il cittadino si sente responsabile e in parte proprietario di una piccola quota. Gli spazi pubblici sono di tutti e collaborare con il cittadino nella realizzazione può aiutare ad invertire la tendenza attuale in cui il cittadino dichiara che lo spazio gli appartiene solo quando deve far valere un diritto e non quando si parla di doveri come mantenere pulito e non danneggiare. 

ESPERIENZA DIRETTA. Per quanto si studi e ci si tenga aggiornati non si potrà mai avere l’esperienza diretta di chi vive una situazione in prima persona, per questo motivo crediamo sia molto importante coinvolgere le associazioni del territorio che si occupano di disabilità ogni volta che si presenti la possibilità di realizzare un’area gioco per tutti. Le aziende che producono strutture gioco propongono soluzioni preconfezionate che non sempre risultano adatte a rispondere a bisogni specifici. Le esigenze dei bambini con disabilità sono tante e differenti ed è obbligo di ogni amministrazione garantire a tutti il diritto al gioco! Ascoltare i rappresentanti delle associazioni del territorio significa avere la possibilità di comprendere quali sono le necessità dei bambini per studiare meglio le soluzioni più adatte che non per forza devono essere quelle offerte da un catalogo. Nessuno meglio di un genitore di un bambino in carrozzina o un bambino cieco, (le disabilità sensoriali e intellettive vengono spesso messe in secondo piano rispetto a quelle motorie), potrà illustrare la necessità di pavimentazione liscia o sostegni vari, maniglie, tipologie di materiali, …

 

La progettazione partecipata è purtroppo sottovalutata dalle amministrazioni che invece potrebbero trarne grandi vantaggi in termini di tempo e denaro perché realizzare uno spazio che presenta grossi errori riguardanti ad esempio l’accessibilità o non è facilmente raggiungibile e/o fruibile da tutti e non viene quindi sfruttato al 100% significa aver speso soldi pubblici per un risultato non in grado di soddisfare la richiesta del cittadino. Significa essere messi di fronte a lamentele e accuse di non efficienza degli uffici pubblici, uno spazio che non viene utilizzato corrisponde a un investimento di fondi sbagliato che magari potevano essere impiegati in progetti in grado di rispondere ai bisogni del cittadino. Naturalmente un percorso di questo tipo deve essere coordinato da un esperto.

 

* Il gioco è un intermezzo della vita quotidiana, una ricreazione. Adorna la vita e la completa, e come tale è indispensabile. È indispensabile all’individuo, in quanto funzione biologica, ed è indispensabile la collettività per il senso che contiene, per il significato, per il valore espressivo, per i legami spirituali e sociali che crea, insomma in quanto funzione culturale. (Homo Ludens – Johan Huizinga)

Claudia Protti & Raffaella Bedetti – © Parchi per Tutti

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