Ravenna 27/02/17 Parchi per Tutti
Ieri, 27/02/17, Parchi per Tutti ha partecipato a un piccolo ma interessante seminario a Ravenna sul tema dei parchi gioco inclusivi. Ringraziamo per l’invito e il fruttuoso confronto sperando che il Comune di Ravenna, aiutato dalle associazioni del territorio possa realizzare in un futuro non troppo lontano un parco dove tutti i bambini possano giocare insieme.
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Cos’è un parco giochi inclusivo? Ad oggi in Italia sono poche le persone che sanno rispondere a questa domanda, c’è molta confusione riguardo il concetto di inclusione e parco giochi.
“Aggiungere due altalene sulle quali possono salire i bambini in carrozzina, spesso poco sicure e non custodite, non significa affatto realizzare un parco giochi inclusivo” Fabio Casadei.
Un parco giochi “inclusivo” è uno spazio dove i bambini possono giocare “insieme“. Uno spazio privo di barriere architettoniche che potrebbero precludere l’accesso a utenti con capacità motorie ridotte, uno spazio nel quale sono installati giochi il più possibile accessibili e fruibili da parte di tutti i bambini. Tutti! Ovvero bambini che possono correre, bambini che usano la carrozzina, bambini ciechi, ipovedenti, bambini che hanno difficoltà a camminare e bambini che amano saltare come grilli.
E non dimentichiamoci degli adulti che accompagnano i bambini al parco; mamme, papà, zii, nonni, baby sitter ma anche comuni cittadini che hanno voglia di stare seduti all’aria aperta su una panchina per godersi le risate dei bambini o leggere un buon libro.
Perché parliamo di parco inclusivo? Non è sufficiente parlare di parco giochi? No, non è sufficiente perché fino a 10/15 anni fa in Italia non si pensava che bambini con disabilità avessero il desiderio di recarsi al parco giochi per trascorrere qualche ora in compagnia dei loro amici. Infatti tutte le aree gioco “classiche” delle città italiane sono state realizzate senza tener conto di accorgimenti necessari perché anche bambini con disabilità possano fruire di questi spazi.
Le nostre aree gioco cittadine spesso hanno un fondo di ghiaia che è adatto ad attutire le cadute accidentali ma al tempo stesso è assolutamente inadatto al transito di carrozzine ed è un terreno difficilmente percorribile da persone con difficoltà motorie, non solo bambini ma anche anziani o coloro che sono momentaneamente costretti all’uso di stampelle.
Le stesse strutture gioco sono “pensate” per l’utilizzo da parte di bambini in perfetta forma fisica ovvero in grado di salire su ripide scale o arrampicarsi su corde per raggiungere la cima del gioco e trovare finalmente lo scivolo!
È bello vivere questa avventura ma non tutti i bambini sono in grado di fruire di questi accessi, sarebbe bello poter avere, ad esempio, un accesso facilitato per chi ha poca forza nei muscoli o non può stare in piedi. A tutti i bambini piace raggiungere lo scivolo o un altro gioco.
Tantissime altre aree gioco vengono realizzate su bellissimi prati verdi ma non vengono realizzati vialetti di accesso e gli utenti in carrozzina, (pensate alle ruote anteriori che sono piccole), faticano non poco a percorrere questo tipo di terreno.
Altri ostacoli, barriere architettoniche, possono essere i gradini, la sabbia, rampe con pendenza superiore all’8%. Immaginate di avere un passeggino e provate a recarvi al parco senza sollevare nessuna delle 4 ruote, vi renderete conto che le nostre città e nostri parchi presentano tantissime barriere che impediscono ad alcuni utenti di fruire di luoghi pubblici.
La differenza tra un parco giochi classico e uno inclusivo è quindi l’esclusione di alcuni utenti, alcuni bambini. Nel primo caso, area giochi classica, alcuni utenti saranno costretti a restare a guardare. Nel secondo caso, area giochi inclusiva, tutti potranno sperimentare il gioco insieme!
È così semplice realizzare un’area gioco di questo tipo? No, purtroppo non lo è affatto e lo dimostrano i tanti parchi gioco inaugurati negli ultimi 2/3 anni dichiarati inclusivi ma che non garantiscono il gioco a tutti. Come può essere considerato inclusivo un parco completamente su prato con un vialetto di piastrelle, con spazi troppo ampi tra le stesse, (nei quali possono incastrarsi le ruote della carrozzina), e che non conduce neppure all’ingresso del gioco con rampa di accesso? Anche i giochi a molla scelti non sono fruibili da parte di tutti gli utenti che potrebbero aver bisogno di uno schienale e protezioni laterali.
Come può essere dichiarato inclusivo un parco su fondo di sabbia? Le carrozzine, anche se siamo nel 2017 e il progresso ha permesso grandi passi avanti in tanti campi, ancora sulla sabbia faticano a transitare, . Provate con un monopattino se volete provare un’esperienza simile.
Un parco giochi inclusivo deve dare priorità a giochi per bambini con disabilità? No! Un parco giochi inclusivo deve dare a tutti la possibilità di giocare. Installare due seggiolini con schienale non è necessario, meglio uno classico a tavoletta e uno con schienale in modo da lasciare liberi i bambini di dondolare nella maniera per loro più bella, confortevole, emozionante! Gli stessi pannelli ludici, che sono accessibili a tutti, devono essere posizionati in modo da essere fruibili in ogni modo da tutti.
L’adulto che ha deciso di posizionare i pannelli formando una “C” ha pensato che i bambini li avrebbero utilizzati esternamente ma forse non conosce così bene i bambini che, grazie alla loro fantasia, faranno diventare quella piccola nicchia interna una casetta, un negozio, un nascondiglio… Però questo spazio è troppo stretto, come farà un bimbo in carrozzina ad entrarci insieme ad un amico?
Sono piccoli accorgimenti ma sono importantissimi! L’accessibilità, gli spazi, la scelta dei giochi, nulla in un parco giochi inclusivo può essere affidato al caso, ogni elemento deve essere valutato attentamente.
Ad oggi in Italia la situazione è questa: solamente 40 parchi gioco inclusivi su tutto il nostro territorio ma sono presenti ben 242 altalene per carrozzine. In merito a questo gioco si potrebbero fare lunghissime riflessioni, ci limitiamo a dire che non può essere considerato un gioco inclusivo perché è riservato a utenti in carrozzina, ed è pure molto pericoloso quando viene installato in parchi pubblici non sorvegliati. Questo gioco, quando installato in un parco classico, (spesso su terra come nell’immagine sopra), non crea alcuna inclusione, serve solo a chi lo inaugura a farsi un pochino di pubblicità e far credere ai cittadini di aver creato un parco per tutti, ma è solo un’illusione.
E il progetto? Il progetto è importantissimo per evitare errori come quelli descritti sopra e tanti altri ancora! Per realizzare un parco giochi inclusivo è necessario rivolgersi a persone esperte di questo tipo di aree gioco e coinvolgere anche le persone direttamente interessate come, ad esempio, genitori di bambini con disabilità. Chi meglio di loro potrà sapere quali sono gli accorgimenti necessari a rendere accessibile un gioco a bambini con disabilità motorie o sensoriali?
In breve il nostro blog e pagina facebook per chi ancora non lo conosce: nasce per condividere con tutti i cittadini l’esperienza di due mamme che si conoscono nel 2012 e dopo aver constatato che a Santarcangelo non esisteva neppure un gioco accessibile a bambini con disabilità decidono di impegnarsi per farlo installare. Nel blog sono rilanciate ogni giorno notizie riguardanti inaugurazioni di parchi, articoli sul diritto al gioco, progettazione, suggerimenti, mappatura delle aree gioco inclusive e molto altro ancora. Il nostro impegno è quello di sensibilizzare tramite i social network e invio mail ai Sindaci delle città italiane.
Che è successo di bello in questi anni? Una delle cose che più ci ha dato soddisfazione è la nascita del parco Tutti a bordo!, un parco fortemente voluto da una mamma combattiva di Rimini, Elvira Cangiano, che nel 2012 ha fatto notare al Comune di Rimini la mancanza di uno spazio gioco inclusivo. Il Comune di Rimini, con i tempi burocratici che conosciamo tutti, ha risposto in maniera molto intelligente ovvero affidando il progetto a un consulente esterno esperto di aree gioco inclusive e ha coinvolto le associazioni di volontariato istituendo un gruppo di lavoro che ha dato vita a un bellissimo parco oggi frequentatissimo e apprezzato da tutti i cittadini
Il gruppo di lavoro è stato una scelta che ha sicuramente contribuito alla realizzazione di uno spazio gioco ben riuscito in quanto ogni persona coinvolta ha potuto dare il proprio contributo portando a conoscenza tutti i presenti di problematiche o richieste che forse non sarebbero state prese in considerazione.
L’ultima slide non ha assolutamente bisogno di didascalia, è sufficiente un piccolissimo sforzo per capire che una città priva di barriere è una città migliore per tutti noi!
Claudia Protti & Raffaella Bedetti – © Parchi per Tutti