Una riflessione… In questi giorni leggiamo in rete cose che non ci piacciono per nulla e abbiamo deciso di non rilanciarle, perché il nostro commento sarebbe stato una critica o un attacco mentre noi vogliamo essere positive.

Purtroppo la nostra voce vale poco e quindi preferiamo rilanciare solo belle notizie visto che non abbiamo i titoli necessari a dichiarare che ciò che viene pubblicato in rete da varie fonti è una gran pataccata, (sì, siamo romagnole).

Sappiate che il nostro obiettivo è il solo sorriso di tutti i bambini. Non vendiamo nulla, non abbiamo entrate, non abbiamo orientamento politico né preferenze per quanto riguardo le strutture gioco. Ci piacciono allo stesso modo scivoli, altalene, giochi a molla, bilici, … chiaramente preferiamo quelli più accessibili al maggior numero di utenti con disabilità!

Per questo motivo la nostra voce vale poco e allo stesso tempo vale tanto. Non abbiamo interesse a mentire, a dichiararci più esperte di quello che siamo, a suggerire attrezzate inclusive che di inclusivo non hanno nulla o a insistere nell’affermare che l’accessibilità è elemento imprescindibile di un’area giochi inclusiva.

Non siamo esperte, è vero, lo abbiamo sempre dichiarato, ma portiamo avanti un progetto con il cuore e quindi abbiamo imparato tanto grazie al confronto, approfondimenti, letture, …

Ci irrita tantissimo leggere post di chi si dichiara esperto di inclusività da anni quando in Italia le aree gioco inclusive sono state scoperte, in linea di massima 2 o 3 anni fa. Avete a cuore l’inclusività? Quante volte avete suggerito ai vostri clienti di realizzare un parco dove tutti potessero giocare? Quanti parchi gioco inclusivi avete realizzato?
Se le aziende avessero così tanto a cuore l’inclusione al parco, forse oggi in Italia sarebbe pieno di questi spazi e invece ci sono solamente una quarantina di aree gioco inclusive in tutta Italia!

Ci irrita leggere post di chi fa distinzione tra parchi gioco inclusivi e parchi per disabili, (i parchi gioco per disabili non esistono e non devono esistere!). Ci irrita leggere che il prato è un fondo adatto a un parco giochi inclusivo. Poi lo spiegate voi a un bimbo in carrozzina perché fatica o non riesce proprio a muoversi sull’erba? Non ci piace essere prese in giro!
Ci irrita leggere che, siccome la disabilità motoria colpisce una minoranza del totale delle persone con disabilità, l’inclusione viene intesa prendendo in considerazione gli altri tipi di disabilità. Ma fate davvero? Ma le conoscete le norme e le leggi italiane? Gli spazi pubblici devono essere accessibili a tutti, e con tutti si intendono tutti, anche le minoranze! E poi, visto che ci siamo, mettiamo anche due giochi per tutti, su questo spazio accessibile a tutti.

Non riusciamo a comprendere perché dobbiamo farci la guerra invece che collaborare! Forse significa che c’è chi pensa al bene dei bambini e li vuol solo vedere giocare al parco sorridenti e chi invece pensa solo al guadagno? Molto spesso sarebbe sufficiente un po’ di buonsenso, non sempre è necessario essere esperti o avere grandi titoli, talvolta basta ascoltare, guardare, valutare. Ma no: c’è chi pensa esclusivamente a vendere facendosi beffa dei clienti che si fidano. Questo non ci piace!

Una soluzione c’è, per le amministrazioni e privati che vogliono realizzare un parco: leggete, informatevi, create gruppi di lavoro e affidate il progetto a persone esperte e coinvolgete le associazioni che si occupano di disabilità: chiedete se quello che avete intenzione di acquistare è sufficientemente accessibile e fruibile.

Si può imparare tanto se si ha voglia di farlo. Bisogna aver voglia di ascoltare e imparare, lo ha dichiarato anche Nicola Bastianelli del Comune di Rimini durante una tavola rotonda sulle aree gioco inclusive riferendosi al gruppo di lavoro per la realizzazione del parco Tutti a bordo!: “ho imparato sia a livello personale che professionale da questo progetto riguardo punti e questioni che l’università non insegna e neanche le norme tengono in considerazione.”

Proviamo ad ascoltare, leggere, imparare di più invece che vendere parole!
Ci scusiamo con quelle poche aziende che lavorano bene.

Claudia Protti & Raffaella Bedetti – © Parchi per Tutti

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