Riflessioni La Maestra Larissa sulla panchina “inclusiva”
11/07/2023, riportiamo le riflessioni de La Maestra Larissa in modo che non vadano perse tra i tanti post interessanti che pubblica ogni giorno. Fonte: https://www.facebook.com/photo?fbid=808999477560991&set=a.621592006301740
Avete già visto questa foto? Probabilmente sì, perché gira da un po’, spesso “spacciata” come esempio di ARCHITETTURA INCLUSIVA e di attenzione alle necessità di tutti.
Dico spacciata, e lo dico apposta, perché in realtà la panchina in foto è tutto il contrario che inclusiva. Fa parte di quel filone architettonico chiamato ARCHITETTURA DETERRENTE o anche OSTILE, a seconda delle traduzioni, cioè l’insieme delle soluzioni architettoniche che mirano a rendere difficile, se non impossibile, la presenza di senza tetto in un determinato spazio. In questo caso, poiché alla panchina manca lo spazio centrale, è impossibile per chiunque sdraiarvisi e dormirci sopra.
Avete mai fatto caso a tutte le nuove panchine “di design” che appaiono sempre più spesso in giro, nelle città, nelle metropolitane, alle fermate del bus? Ondulate, o bombate, a volte con braccioli così piccoli da essere quasi inutili (se li si considera braccioli), o suddivise in sedute singole… Lo scopo è sempre quello, travestito da design e modernità.
Perché, però, questo non potrebbe essere ALLO STESSO TEMPO un ottimo esempio di architettura inclusiva? Per come la vedo io, nel caso di una persona in carrozzina, che può sedersi in mille postazioni più comode, favorevoli per la conversazione, adatta per incrociare lo sguardo degli altri, proprio perché (suo malgrado) è già in una posizione seduta MOBILE, è assurdo prevedere un posto in un punto in cui, per chiacchierare con gli altri, si debba scomodamente girare il collo di lato, quando si potrebbe posizionare la carrozzina davanti, o a 45 gradi, o di lato. Io stessa, quando mi siedo a chiacchierare con qualcuno su una panchina, non mi metto con la schiena contro lo schienale, guardando in avanti rispetto alla persona con cui sto, ma cerco di posizionarmi diagonalmente, magari tirando su un ginocchio sulla panchina e girando la schiena (cosa che non possiamo dare per scontato che una persona in carrozzina riesca a fare). Stessa cosa per un passeggino. Io i miei figli in passeggino non li ho mai messi seduti PARALLELI a me accanto alla panchina ma leggermente in diagonale, in modo da vederli in viso. Ovviamente questa è una mia considerazione, magari chi si muove con la sedia a rotelle percepisce le cose diversamente, anzi, sarebbe bello confrontarsi.
Il fatto è che un’immagine di questo tipo fa passare per inclusiva una soluzione che ha lo scopo esattamente opposto: escludere. Allora, io non esprimo il mio parere, non dico che sia una soluzione giusta come non dico che sia una soluzione sbagliata, non mi esprimo su soluzioni diverse, perché non è questa la sede, però penso che questo tipo di esposizione sia una presa in giro bella e buona, e che apprezzerei molto di più una conversazione schietta e aperta sulle motivazioni VERE che portano a certe scelte, e non un piatto di ottone che si cerca di far passare per oro, sperando che la gente sia così scema da non accorgersene.
La Maestra Larissa https://www.facebook.com/photo/?fbid=808999477560991&set=a.621592006301740
Claudia Protti & Raffaella Bedetti – © Parchi per Tutti
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