Rimini, tavola rotonda barriere fisiche e culturali

3 Dicembre, giornata internazionale delle persone con disabilità. In occasione di questa ricorrenza si è tenuta nella mattina di oggi a Rimini una tavola rotonda presso il Museo della città. Un confronto con alcuni esperti in materia di barriere architettoniche e culturali. Dopo la proiezione del video che ha riassunto la giornata di ieri, (Io valgo… Oltre le barriere), sono intervenuti diversi relatori:
– Paolo Ramonda (responsabile generale APG XXIII)
Roberta Frisoni (assessore con deleghe alla mobilità, gestione del territorio e demanio);
Nicola Bastianelli (architetto e co-ideatore del progetto Tutti a bordo!);
– Giovanni Sapucci (direttore del CEIS);
Nella seconda parte del convegno sono stati presentati anche alcuni interessanti progetti da parte di alcune associazioni: Rimini Autismo, Crescere Insieme e A.S.D AG23. Gli interventi sono stati moderati da Simona Mulazzani (Icaro TV).

L’assessore Roberta Frisoni ha illustrato la situazione della città di Rimini ricordando a tutti che spesso, se un problema non ci tocca in prima persona, fatichiamo ad avere rispetto e ad immedesimarci in situazioni che provocano disagio come ad esempio automobili parcheggiate sulle rampe di accesso ai marciapiedi. L’amministrazione di Rimini è impegnata per rendere Rimini una città il più possibile accessibile a tutte le persone con interventi anche sui mezzi di trasporto pubblici per garantire il diritto a muoversi per la città e visitare luoghi di interesse pubblico. La percentuale di mezzi pubblici del percorso urbano accessibile a passeggeri con ridotta capacità motoria è molto alta ma il Comune continuerà a impegnarsi per offrire un’accessibilità sempre più elevata. 86% dei mezzi pubblici su percorso urbano è dotato di pianale ribassato.

L’architetto Nicola Bastianelli ha raccontato l’esperienza partecipativa nella realizzazione dell’area giochi inclusiva “Tutti a bordo!” in piazzale Fellini e ha sottolineato quanto abbia imparato sia a livello personale che professionale da questo progetto riguardo punti e questioni che l’università non insegna e neanche le norme tengono in considerazione. Il tema area inclusiva sta diventando fortunatamente una parola conosciuta e non vuol dire appunto separare ma includere.
“Mi ricordo il primo approccio da profano a queste tematiche e subito mi resi conto che erano tematiche molto delicate, che la preparazione che avevo non era sufficiente e dissi all’assessore che avevamo bisogno di farci aiutare. Imboccammo subito una strada che è quella di cui altre amministrazioni dovrebbero far tesoro. Non la strada più semplice: realizzare un’area gioco da catalogo che crea pochi problemi all’amministrazione e ai progettisti ma che non soddisfa veramente le esigenze ma la strada più complicata e difficile che comporta dei confronti ma il cui risultato è sicuramente garantito. Abbiamo deciso di coinvolgere un gruppo di associazioni e mamme che dal primo giorno hanno partecipato a questo tavolo insieme a un collaboratore professionista specializzato in queste tematiche: Fabio Casadei. Questo tavolo ha iniziato a progettare dal primo giorno, anche dall’individuazione dell’area. Come amministrazione non abbiamo fatto cadere delle decisioni dall’alto ma ci siamo seduti con tutte queste persone, con chi vive queste problematiche tutti i giorni, con noi che conosciamo le norme, e chi conosce anche l’esperienza dell’estero, (Fabio Casadei), perché dal punto di vista di queste tematiche l’Italia non è al passo con i tempi.
L’idea è partita subito da una prima esigenza: non creiamo una spianata con dei giochi ma inseriamo il progetto all’interno dell’area che è stata scelta appunto per gli alberi, il numero di servizi presenti, parcheggi, …

L’idea era quella di fare un parco vicino al mare con tema marino. Caratteristica del parco è il mostro marino Tuiotù che è scivolo, rampa, gioco di arrampicata, area di sosta, … Lo scivolo era uno degli elementi che le mamme ci avevano chiesto con forza. Tutto quello che vi racconto è emerso dal confronto del tavolo di lavoro, faccio un esempio: molte aree inclusive che realizzano le amministrazioni in Italia sono dotate della altalena “inclusiva”, come la chiamano: l’altalena per carrozzina. Ci siamo subito guardati negli occhi nel tavolo e abbiamo capito che non era la strada giusta scegliere questo tipo di gioco ma la richiesta era uno scivolo per tutti, uno scivolo dove tutti potessero scivolare, magari anche insieme.
I risultati di questo confronto, che molte volte ha fatto sì che si superasse la norma, (noi come progettisti avremmo potuto stare sul nostro tavolo e progettare un’area giochi rispettando le norme pedissequamente senza avere nessun problema), ma le richieste che emergevano dalle mamme e dalle associazioni erano diverse, non erano scritte nelle norme e abbiamo compreso che erano un aspetto che avrebbe reso il parco più fruibile, migliore.
I parco è immerso nel verde, molte aree gioco inclusive in Italia sono dei parcheggi con dei giochi all’interno e non sono fruibili e piacevoli, mentre nel parco di Rimini si è pensato anche all’ombra per creare spazi di sosta piacevoli in estate.
Le associazioni non si sono poste verso l’amministrazione in modo “lista della spesa: vogliamo questo, questo, questo, …” perché per noi progettisti sarebbe stato solo un elenco. Ci son stati sempre consigli e proposte e dall’altra parte noi abbiamo condiviso e ribattuto su ogni punto in base alle nostre esperienze prima di tutto normative e poi in base agli aspetti gestionali che i cittadini non conoscono. Faccio un altro esempio concreto: ci fu anche una bellissima discussione riguardo la giostra girevole e mi ricordo che le associazioni e le mamme dissero che era un gioco molto bello, noi invece, grazie alla nostra esperienza, spiegammo che questo tipo di gioco crea molti problemi dal punto di vista manutentivo. Inoltre l’ambiente marino con la presenza di sabbia può provocare danni agli ingranaggi e quindi venne scelto il gioco d’acqua.
Nel parco abbiamo cercato di rispondere alle esigenze presentate dalle mamme allo scopo di rendere il parco il più fruibile possibile, puntando al voto massimo. Oggi l’area giochi è piena di bambini.”

Anche il direttore del CEIS Giovanni Sapucci ha fatto un bellissimo intervento sulla scuola spiegando come un luogo dove ai nostri bambini viene impartita l’istruzione dovrebbero essere a misura di tutti, compresi bambini con bisogni educativi speciali. Ha parlato dell’esperienza italiana dove non sono mai esistete vere e proprie scuole speciali ma dove si è deciso che i bambini, tutti, devono frequentare gli stessi luoghi di istruzioni ma dove, però, oggi si da tanta importanza alla LIM e non al modello che si utilizza per fare lezione.

Sono stati poi presentati alcuni bellissimi progetti di inclusione sociale. Noi speriamo che si continui a parlare di abbattimento di barriere, progettazione partecipata, (che da ottimi risultati), e di inclusione sociale. Non solo nella giornata di oggi ma tutto l’anno!

Claudia Protti & Raffaella Bedetti – © Parchi per Tutti

 

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