Santarcangelo ora del garbo
Santarcangelo di Romagna (Rimini). Il progetto partecipativo CITabilitY, una città per tutte le abilità, sta volgendo al termine: dopo tre workshop, sei focus group e tre incontri dedicati al tavolo di negoziazione, oltre ai laboratori didattici, che hanno coinvolto bambini e ragazzi di varie classi delle scuole santarcangiolesi, sono veramente numerosi gli spunti nati dai gruppi di lavoro che in questi mesi si sono incontrati per affrontare il tema dell’accessibilità in tutti i suoi diversi aspetti.
Proprio dai gruppi è nata l’idea di sperimentate “l’Ora del Garbo” per fare tutti assieme un’esperienza insolita: fare shopping, bere un caffè, chiacchierare prendendosi il tempo di volgere lo sguardo verso l’altro. Ognuno di noi è portatore di una diversità, che in un contesto pubblico, non protetto dal comfort domestico, può risultare a volte facile da gestire, altre volte più complessa. Questa esperienza collettiva, a metà tra il flash mob e l’appuntamento tra amici, vuole mettere in campo l’attenzione verso la diversità e l’inclusione di tutti nella vita socializzante di tutti i giorni: quel garbo dato dall’essere pazienti, dal fornire aiuto, dal fare un sorriso, dal consentire a chi è più fragile di sentirsi a proprio agio. Per partecipare bastano poche cose: essere puntuali, indossare qualcosa di azzurro o di blu, voglia di mettersi in gioco e… garbo!”
Pamela Fussi
Assessore alle Politiche per l’inclusione
Santarcangelo, 15/03/18 16:30 ORA DEL GARBO #Citability
Oggi pomeriggio ho partecipato all’ora del garbo cioè della gentilezza che serviva per sperimentare se le persone sono gentili con altre persone che non riescono a fare certe cose. Io ho provato come si va in carrozzina lungo le corsie del supermercato. È stato un po’ difficile perché c’erano gli scatoloni davanti alle caramelle che volevo prendere e le persone davanti a me non si spostavano. Le corsie erano anche un po’ strette e una signora mi ha aiutato a prendere un pacco di caramelle perché erano in fondo allo scaffale. Sono andato alla cassa per mettermi in coda e davanti a me c’era una mamma con il figlio grande, mi hanno guardato e poi si sono girati dall’altra parte; non mi hanno fatto passare anche se io avevo un pacco di caramelle e loro un carrello pieno di spesa. Ho capito che alcune persone sono gentili perché mi hanno aiutato: hanno tolto gli scatoloni davanti al pacco di caramelle e mi hanno aiutato a prenderle e invece queste due persone non sono state gentili affatto perché mi hanno praticamente ignorato. Poi ho provato anche la benda sugli occhi e il bastone che usano i ciechi: è stato difficilissimo farlo in uno spazio ampio senza nessun ostacolo perché non vedevo niente e non capivo dove ero e dove andavo: ho dovuto chiedere a qualcuno di aiutarmi.
Samuele, 10 anni e mezzo
Questa esperienza lascerà il segno? Io credo sia necessario essere aperti e sensibili per capire, non è davvero così scontato riuscire a comprendere che le difficoltà ad accedere ai luoghi pubblici e svolgere azioni quotidiane come fare la spesa siano spesso difficoltose per chi sta seduto su una carrozzina. Provare una sedia a ruote per pochi minuti (tra l’altro come ha fatto notare un’amica per una persona che non cammina la carrozzina è un facilitatore mentre è limitatore per chi non ne ha bisogno) non è sufficiente a comprendere quante siano le difficoltà o quali siano i trucchetti per superarle. Forse non sarebbe necessario neppure sedersi in carrozzina per comprendere che i gesti delle persone possono complicare ancora di più ogni gesto quotidiano o renderlo più semplice.
Claudia Protti & Raffaella Bedetti – © Parchi per Tutti