Savigliano: parchi gioco per tutti
07 Mar 2019

Cosa si intende esattamente per parchi anche per bambini con disabilità? Il tema è ampio e delicato. Pensare di collocare un gioco dedicato a chi ha delle difficoltà non è sufficiente, anzi in alcuni casi ha rappresentato persino un problema. La cronaca degli ultimi anni racconta di incidenti che si sono verificati proprio a causa di queste attrezzature, perché non rispettano le normative europee in termini di sicurezza, come avviene invece per quelle destinate ai piccoli normodotati. È impossibile immaginare che al gioco dedicato ai disabili non si avvicinano i bimbi per i quali non è stato appositamente studiato, ma per loro (che ne farebbero ovviamente un uso improprio) potrebbe risultare pericoloso. Ma non è solo questo. L’intento deve essere quello di avere parchi inclusivi dove tutti i bambini possono giocare insieme. L’idea di mettere una “giostra” fruibile soltanto da chi ha ad esempio particolari problemi motori, può isolare ulteriormente, piuttosto che unire. L’obiettivo deve invece essere quello di costruire dei parchi veramente accessibili a tutti, in modo diverso a seconda delle capacità, ma senza limiti.

Ernesto collino, che da tempo opera nel settore della consulenza tecnico-normativa e collaudi (con un’attenzione particolare proprio ai parchi per bambini) qualche tempo fa era intervenuto ad un convegno a Cuneo proprio per parlare di spazi adibiti ai piccoli e, riguardo la disabilità, per sottolineare l‘importanza di andare verso aree gioco inclusive e non ghettizzanti.
Com’è oggi la situazione? È passato il concetto secondo il quale le aree gioco devono essere alla portata il più possibile di tutti i bimbi?

“Purtroppo non siamo ancora arrivati a questo punto c’è molto da lavorare, basti pensare che in Italia ci sono qualcosa come 450 altalene per disabili. Un dato che anziché crescere dovrebbe diminuire.”

Quali sono le criticità maggiori rispetto a queste giostre studiato appositamente per chi ha delle disabilità?

“Parlo dell’altalena perché è quella più significativa in quanto a diffusione. Intanto è già un errore pensare che la disabilità sia soltanto quella motoria, il più delle volte queste altalene vengono messe in realtà dove nemmeno c’è un bambino con questo problema e l’attrezzatura rimane lì inutilizzata, risultando pericolosa e finendo spesso nelle mire dei vandali. Chi la fa mettere però pare che in tal modo si lavi la coscienza risolvendo il problema, ma non è così.”

Qual è quindi la strada giusta da percorrere?

“Sicuramente quella di creare degli ambienti che vadano bene per tutti. non si devono assolutamente negare le attrazioni che desiderano i piccoli cosiddetti normodotati, che è giusto abbiano gli spazi per saltare, arrampicarsi e quant’altro ma allo stesso tempo i parchi devono essere accessibili a tutti, ciascuno in base alle proprie possibilità.”

Ringraziamo il Corriere di Savigliano ed Ernesto Collino per questo interessante articolo

Claudia Protti & Raffaella Bedetti – © Parchi per Tutti

 

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