Una società nuova, dove ognuno possa vivere i propri desideri

Da questo lungo articolo di Tonino Urgesi, Una società nuova, dove ognuno possa vivere i propri desideri che tratta un tema complesso, abbiamo estrapolato un piccolo pensiero:

Quando un bambino ha voglia di correre, va in un parco pubblico con i genitori e corre, sale sull’altalena o sui giochi dove ci si arrampica; un bambino con disabilità no, non può, deve aspettare o, meglio, chiedere ai propri genitori: «Mi metti sull’altalena?». Ma che cos’è quell’altalena? Essa rappresenta tutta la voglia di libertà che non può vivere. Ma il genitore, se non è così accorto, non lo intuisce. Vivere la disabilità vuol dire “attesa”. Attesa di cosa? Attesa della volontà e della disponibilità dell’altro, del “non-io”, che abbiamo già incontrato in altri miei precedenti articoli. È quel “non-io” che diventa il “manipolatore” di quel corpo disabile. Il bambino su quell’altalena deve aspettare, deve attendere che il genitore finisca di chiacchierare con il conoscente incontrato al parco pubblico per poter scendere dall’altalena stessa.

Questo pensiero è un ottimo spunto di riflessione riguardo i parchi inclusivi; certo non tutte le disabilità comportano limitazioni così gravi da richiedere l’aiuto per qualsiasi spostamento o azione voglia compiere il bambino, ma proviamo a metterci nei suoi panni per un attimo e pensiamo alle tantissime barriere che incontriamo ogni giorno in ogni luogo pubblico. Spesso chi ha una disabilità motoria è costretto a chiedere aiuto per superare gradini, terreni dissestati, banconi troppo alti, … Sarebbe facile regalare a tutti i bambini e gli adulti con disabilità un pochino più di autonomia, sarebbe sufficiente progettare pensando a tutti e non solo alle persone che possono camminare, vedere, …
Dipendere dagli altri per ogni azione, (mamma mi porti fino allo scivolo, mi metti sull’altalena, mi porti sul castello, mi sposti sul prato, …), non è semplice per chi chiede e neppure per chi aiuta. Pensiamoci quando progettiamo un parco, pensiamo a tutti, evitiamo le barriere, costruiamo percorsi che tutti possano calpestare con facilità, installiamo giochi il più possibile accessibili e fruibili da parte di tutti, cerchiamo di pensare a quando è bello poter giocare da soli 🙂
Sicuramente si può fare molto di più per garantire maggiore autonomia a tutti!

Notizia integrale qui: http://www.superando.it/2017/02/09/una-societa-nuova-dove-ognuno-possa-vivere-i-propri-desideri/

Claudia Protti & Raffaella Bedetti – © Parchi per Tutti

 

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