Accessibilità: 2013 VS 2023
01 Ott 2023

Accessibilità: 2013 VS 2023

Rimini, 01 ottobre 2023.

10 anni! Tanti ne sono trascorsi dalla nascita di Parchi per Tutti. Nel maggio del 2013 il primo appuntamento con il Sindaco di Santarcangelo di Romagna per parlare di giochi accessibili e fruibili a tutti i bambini. Da 10 anni rompiamo le scatole: grazie al sito, la pagina facebook, le interviste, i seminari e i mezzi di informazione cerchiamo di sensibilizzare sul diritto al gioco dei bambini con disabilità. Per un bambino “normodotato” è facile: può uscire di casa e fermarsi nel primo parchetto con altalena che trova lungo la strada: salire, dondolare, ridere, incontrare altri bambini con cui giocare. 

Per un bambino con disabilità le difficoltà nascono sin dalla soglia di casa: se si sposta in carrozzina oppure è cieco si auspica che i marciapiedi siano dotati di rampa e LOGES, che ci siano semafori con segnale acustico lungo il percorso o stalli di sosta per disabili liberi e si spera di imbattersi in un parco giochi realmente accessibile e fruibile in base alla abilità di ognuno. ACCESSIBILE, teniamolo bene a mente.

Che significa? Che il parco deve essere dotato di vialetti in materiale liscio e pianeggiante in modo da facilitare il transito a persone con disabilità motorie, possibilmente con accorgimenti che permettano anche a chi è cieco o ipovedente di muoversi il più possibile in autonomia. AUTONOMIA teniamolo bene a mente. 

Perché è così importante che il bambino sia autonomo? Perché è giusto non si senta troppo diverso rispetto agli altri bambini e sia costretto a chiedere continuamente aiuto ad un adulto per potersi muovere all’interno del parco o per salire sulle strutture gioco; perché possa socializzare con i coetanei senza l’intromissione di un adulto, perché la sua autostima possa crescere allo stesso modo di quella dei suoi amici. Non dimentichiamo che l’accessibilità è elemento utile anche agli adulti, basti pensare ai nonni…

L’accessibilità fa la differenza tra un parco per tutti e uno in cui solo alcuni bambini possono correre, giocare e socializzare. In 10 anni di aree gioco che offrono strutture gioco adatte anche a bambini con disabilità in Italia ne sono nate tantissime, siamo passati da 4/5 parchi gioco del 2013 a un numero ormai quasi impossibile da tenere sotto controllo tante sono le realizzazioni. Parliamo di più di 1.300 aree gioco in cui è presente almeno un gioco accessibile e fruibile a bambini con disabilità motoria, (altalene riservate a utenti in carrozzina escluse). 

Ancora oggi però troppo spesso non si pensa all’accessibilità come elemento imprescindibile di un’area giochi inclusiva oppure non si riesce a comprendere cosa significhi accessibilità. Molte aree gioco vengono realizzate secondo il buon senso e tenendo conto dei bisogni di chi si sposta in carrozzina ma non è così raro vedere strutture gioco potenzialmente fruibili da parte di bambini con disabilità motoria installate su ghiaia, terra battuta, prato… Non manca mai l’annuncio del sindaco di turno che dichiara “la completa eliminazione di barriere architettoniche, al fine di renderlo accessibile a tutti i bambini e per permettere a tutti il diritto al gioco” dimostrando che non ha assolutamente compreso cosa significhi accessibilità. 

E noi oggi ve lo ricordiamo con alcune citazioni tratte da pubblicazioni per nulla recenti a dimostrazione che l’argomento non è nuovo, viene solo dimenticato.

– “Per giocare sulle attrezzature, il bambino disabile deve essere in grado di accedervi. Senza un facile accesso non importa quanto sia adatta o eccitante la struttura, per loro non è di alcuna utilità. Ciò significa che devono essere predisposti percorsi e vie di accesso per tutti i bambini”
– “Strade e percorsi di accesso devono essere realizzati con materiali e strutture che possono essere utilizzati durante tutto l’anno. L’erba, ad esempio, non può essere adatta perché la pioggia invernale può trasformarla in un percorso fangoso e inaccessibile.”

Estratti dal documento CEN/TR 16467 Playground equipment accessible for all children pubblicato dal European Committee for Standardization (2013)

È indispensabile che il bambino con disabilità non trovi ostacoli insormontabili che gli impediscano di giocare con gli altri e di sperimentare le proprie possibilità. Nei campi gioco occorre creare delle strutture che permettano ai bambini con disabilità di sperimentare autonomamente un sempre maggiore numero di giochi e attività.

Occorre creare quindi una superficie compatta e senza interruzioni sulla quale le ruote della carrozzina possono scorrere con sicurezza senza sussulti e slittamenti (pensate cosa vuole dire andare con una piccola bicicletta o con dei pattini a rotelle sulla sabbia, un prato o su di un percorso comunque sconnesso e capirete subito a quali difficoltà e rischi si va incontro). Non devono esistere zone significative del parco dove gli utenti con disabilità non possono arrivare. Certamente l’esigenza di avere dei percorsi il più possibile pianeggianti non deve rendere il parco piatto e poco stimolante per i ragazzi normodotati. Sappiamo, infatti, che un parco con collinette e dislivelli vari è più vivo ed interessante di uno piatto e spoglio.
Per quanto riguarda le attrezzature fisse per il gioco è bene precisare che non bisogna acquistare nulla che possa essere utilizzato solo dai bambini con disabilità. Occorre invece selezionare, tra le attrezzature comunemente sul mercato quelle che possano essere utilizzate da tutti, anche dai disabili.

“Parchi urbani e campi gioco. Progettazione, sicurezza, gestione e animazione del verde pubblico“ a cura di Giorgio Conti. (1988)

Claudia Protti & Raffaella Bedetti – © Parchi per Tutti

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