Perché per una città a misura di bambino serve il verde pubblico
05 Dic 2018

Perché per una città a misura di bambino serve il verde pubblico

Martedì 4 dicembre 2018 | POVERTÀ EDUCATIVA

Tra i diritti riconosciuti di bambine e bambini, ragazze e ragazzi, quello al gioco e al tempo libero è certamente uno dei più qualificanti. Perché tocca da vicino uno degli aspetti che più caratterizzano il benessere del minore, in quanto persona con necessità e bisogni propri, autonomi da quelli degli adulti. Non riguarda solo la possibilità di vivere in un ambiente salubre. Si riferisce al diritto di svolgere in piena libertà e secondo le sue preferenze una delle attività più importanti per la crescita e lo sviluppo: il gioco.

Uno degli sviluppi più interessanti del diritto al gioco è la possibilità che sia il minore stesso a decidere sul proprio tempo libero, assecondando le sue inclinazioni, interessi, preferenze. Intese nel senso più ampio possibile: dal diritto di giocare al parco con gli amici, a quello di leggere, viaggiare.

La progettazione degli spazi urbani è una variabile essenziale per la qualità della vita dei residenti. Questo vale per gli adulti, ma a maggior ragione per i minori. Crescere in un quartiere degradato, con pochi o nessun luogo di aggregazione, senza spazi verdi, può esporre ad una serie di rischi, come quelli legati all’inquinamento e alla qualità dell’ambiente. Ma produce effetti negativi anche in termini di opportunità educative.

Godere di spazi vivibili e ben progettati è un valore aggiunto anche sul piano educativo e culturale del minore. Una piazza o un luogo pubblico valorizzato, accogliente, sicuro, inclusivo, offre occasioni di socialità, di gioco, di conoscenza reciproca. Spazi verdi ben tenuti possono contribuire a educare al rispetto dell’ambiente e in generale dei beni pubblici.

Dal punto di vista della povertà educativa è importante se una città, un quartiere, una strada o una piazza sono concepiti a misura di bambino oppure no.

Le maggiori città italiane da questo punto di vista offrono spaccati diversi. Esse riflettono modelli differenti di urbanizzazione. Nei capoluoghi il verde urbano è in media il 2,7% della superficie comunale
Incidenza percentuale delle aree verdi (verde urbano e aree naturali protette) sulla superficie comunale (2016)

Il totale delle aree verdi è dato dalla somma del verde urbano e delle aree naturali protette. Per verde urbano si intende il patrimonio di aree verdi disponibile per ciascun cittadino sul territorio comunale gestiti (direttamente o indirettamente) da enti pubblici. Comprende giardini pubblici, ville, parchi, verde attrezzato di quartiere, ma anche le aree verdi di arredo urbano, i giardini scolastici, gli orti urbani e altri tipi di aree verdi gestite (tra cui anche giardini zoologici e cimiteri). Per aree naturali protette si intendono i parchi nazionali, i parchi naturali regionali e interregionali, le riserve naturali, le zone umide di interesse internazionale e altre aree naturali protette.

L’analisi cambia se si conta tutto il verde pubblico, oppure solo gli spazi verdi urbani. Conteggiando tutto il verde pubblico, a Roma ad esempio oltre un terzo del territorio è occupato da aree verdi (contro una media nazionale del 18,7%). Se però si isola solo il verde urbano, la Capitale è poco al di sopra della media degli altri capoluoghi italiani (3,3% contro 2,7%).

Del resto, anche il verde urbano non è un insieme indistinto. Con questa dicitura vengono classificati tanti tipi di aree diverse. Non solo parchi pubblici e il verde attrezzato di quartiere, ma anche l’arredo urbano, per esempio. Distinguere tra queste categorie è necessario per conoscere la reale offerta di spazi per i bambini.

Nelle 4 maggiori città italiane il verde urbano è in gran parte costituito dal verde storico vincolato e dai grandi parchi urbani. Nel primo caso si tratta di ville, parchi e giardini tutelati dal codice dei beni culturali per il loro interesse storico o artistico. Nel secondo caso invece stiamo parlando di parchi non vincolati, ma comunque riconosciuti dai piani urbanistici di valore naturalistico, storico o architettonico. Queste due categorie insieme costituiscono oltre la metà del verde urbano a Roma e Torino, e più del 40% a Milano e Napoli.

Insieme a queste due categorie, il dato sul verde attrezzato è quello forse più interessante dal punto di vista della nostra analisi. Si tratta infatti dei giardinetti e dei parchi di quartiere, attrezzati con giochi per bambini, panchine, percorsi pedonali e ciclabili. Sono gli spazi verdi maggiormente destinati alla fruizione da parte dei residenti, anche di quelli più piccoli. Luoghi attorno cui si costruisce la comunità.

Nel dataset rilasciato, relativo al 2017, sono censite 459 aree gioco presenti a Roma. Si tratta di zone che possono essere attrezzate con giochi come altalene, scivoli e altre attrezzature, oltre a panchine e fontanelle. Oltre alla localizzazione, il dataset indica anche la dimensione delle aree gioco, suddividendole in 4 fasce, dalle più piccole (150 metri quadri o meno) alle più grandi (superiori ai 500 metri quadri).

Mettiamo a disposizione in formato aperto i dati utilizzati nell’articolo. Come openpolis li abbiamo raccolti e trattati così da poterli analizzare in relazione con altri dataset di fonte pubblica, con l’obiettivo di creare un’unica banca dati territoriale sui servizi a livello comunale e sub-comunale. Possono essere riutilizzati liberamente per analisi, iniziative di data journalism o anche per semplice consultazione. La fonte dei dati sulle aree gioco a Roma è il portale opendata di Roma Capitale.

Articolo integrale: https://www.openpolis.it/perche-per-una-citta-a-misura-di-bambino-serve-il-verde-pubblico/

Fondazione openpolis – https://www.openpolis.it/fondazione/
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Claudia Protti & Raffaella Bedetti – © Parchi per Tutti

 

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