Il nuovo parco giochi di Anffas Milano in via Bazzi
Milano. Il nuovo parco giochi di Anffas Milano in via Bazzi sarà inaugurato il 17/10/2018 dopo i lavori di ammodernamento. Nel 1997 fu il primo parco giochi inclusivo della città. L’architetto Daniele Brandolino: «L’inclusività deve essere più ambientale che legata al singolo gioco, per cui all’interno dello stesso luogo si trovano giochi per bambini con abilità diverse, che ne fruiscono insieme»
Oggi se ne parla moltissimo e Regione Lombardia ad esempio ha appena approvato 42 progetti per l’installazione di parchi giochi inclusivi o l’abbattimento delle barriere architettoniche in quelli esistenti, stanziando 1 milione di euro. Vent’anni fa quello di via Bazzi fu il primo parco giochi inclusivo di Milano: un progetto pionieristico, voluto da Anffas Milano, che proprio lì accanto aveva e ancora ha la propria sede.
Il punto di forza del nuovo parco di via Bazzi non sarà avere tutti o solo giochi accessibili ai bambini con disabilità (vedasi le altalene per le sole carrozzine, che tante polemiche in realtà spesso suscitano), ma offrire «una commistione di attività possibili per le diverse abilità, che siano quelle di un bambino con disabilità – nelle sue tante declinazioni, non solo motoria – o quelle di un bambino senza disabilità», spiega l’architetto Brandolino. Nel parco quindi «c’è un tavolo per le biglie, a cui si gioca da seduti, anche in carrozzina, però ci sono anche i percorsi per le biglie a terra. Il teatrino esistente migliorato ha un palco su cui si sale con una rampa per le carrozzine e uno schermo con tre buchi per le facce a tre altezze diverse, sia chi sta in piedi sia per chi sta seduto. Le panchine per gli spettatori sono state disposte in forma semicircolare in modo che quasi casualmente tra le panche possono essere infilate le carrozzine». L’innovazione rispetto al progetto del 1997 per l’architetto Brandolino è essenzialmente questa: «il parco di prima aveva molto forte l’idea di voler essere accessibile per i bambini con disabilità, aveva forse meno idea che l’accessibilità dovesse essere inclusiva, facendo stare bene tutti nello stesso luogo».
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Claudia Protti & Raffaella Bedetti – © Parchi per Tutti