Altalene per utenti in carrozzina distrutte…
Civitanova, Chieti, Livorno, Imperia, Bari, Pozzuoli, Locri, Montecosaro, Spino D’adda, Oristano, Genova, Jesi, Taranto, Bresso, Corbetta, Piombino, Brindisi, Siracusa, Campobasso, Ribera, Alcamo, Campomarino, Milano… Queste sono solo alcune delle città in cui l’altalena riservata a utenti in carrozzina è stata danneggiata. Dopo pochi giorni, settimane o mesi dall’inaugurazione. Nella quasi totalità dei casi il danneggiamento è stato provocato da un uso improprio.
A volte la struttura è stata riparata nel giro di breve tempo, altre volte dopo settimane o mesi e altre volte ancora non è stata riparata affatto. Nella maggior parte dei casi il danneggiamento è da imputare all’uso da parte di bambini “normodotati” che salgono sulla pedana destinata alla sedia a ruote e creano un movimento di oscillazione troppo ampio spesso rompendo la catena di sicurezza che ancora la pesante struttura di metallo al suolo. In altri casi è la rampa, (che si può abbassare fino a terra), ad essere danneggiata, talvolta divelta dalla base della struttura. Come è possibile che un gioco che ha costo differente a seconda del modello ma che non scende sotto a qualche migliaio di euro si possa rompere con tanta facilità?
E perché nessuna amministrazione è riuscita a far rispettare il divieto di utilizzo da parte di bambini “normodotati”? Un gioco riservato a una categoria di utenti è un bel gioco? Possibile che nel 2018 nonostante il progresso, le leggi, l’attenzione all’inclusione, una città non riesca ad offrire ai piccoli cittadini un parco giochi per tutti indistintamente? Non un gioco, uno solo, riservato ai disabili, ma un parco dove i bambini, tutti, dovrebbero incontrarsi, scontrarsi, prendersi per mano e salire insieme sulla stessa struttura gioco! Questa è inclusione.
Non sarebbe il caso di valutare seriamente la scelta delle strutture gioco per uno specifico parco al fine di evitare sprechi di denaro e offrire una falsa inclusione? Nel 90% dei casi questo gioco è l’unico accessibile ai bambini in carrozzina nell’intera area giochi, in qualche parco è invece installata accanto ad altre strutture; quello che non cambia è il fatto che il gioco venga preso di mira da tutti i bambini. Ha senso, a fronte dell’esperienza di altre città, (incidenti e danneggiamenti), installare un gioco simile in un parco altamente frequentato dove le probabilità che venga danneggiato sono alte? Esiste un modo per riuscire a far rispettare l’utilizzo esclusivo da parte di utenti in carrozzina? E se lo installassimo in aree sorvegliate o aree private come scuole, giardini di strutture sanitarie, centri ricreativi?
Claudia Protti & Raffaella Bedetti – © Parchi per Tutti