Intervento C.E.R.P.A. al Convegno Aree Verdi Attrezzate: sicure, stimolanti, inclusive

Venerdì 18 novembre 2016 si è tenuto a Grado il convegno “Aree verdi attrezzate: sicure, stimolanti, inclusive”. Questo l’intervento del CERPA Italia Onlus.

Il C.E.R.P.A. è il Centro Europeo di Promozione e Ricerca dell’Accessibilità, è un’associazione Onlus che ha lo scopo di promuovere la cultura dell’inclusione sociale al fine di migliorare la qualità di vita, l’accessibilità, fruibilità e usabilità degli ambienti… Il C.E.R.P.A. è presente sul nostro territorio grazie a dei centri regionali, (CRIBA Emilia Romagna, CRIBA Friuli Venezia Giulia, CRID Toscana, Cooperativa sociale Independent L., CpA – Centro per l’Autonomia Umbro).

Inclusione e benessere ambientale dovremmo poterli trovare anche al parco giochi, in un parco giochi inclusivo! Cos’è un parco giochi inclusivo? Ad oggi non esiste una definizione ufficiale ma possiamo descrivere questo tipo di area giochi come un luogo dove tutti i bambini possono giocare insieme, (non bambini normodotati da un lato e disabili dall’altro). Un parco privo di barriere architettoniche dove sono installati giochi il più possibile accessibili e fruibili da parte di tutti i bambini. Bambini che possono correre, bambini che usano la carrozzina, bambini ipovedenti, bambini con disabilità motoria lieve e bambini che amano saltare come grilli.

E non dimentichiamoci degli adulti che accompagnano i bambini al parco! Mamme, papà, zii, nonni e baby sitter che accompagnano i bambini al parco o persone che hanno voglia di fare un giretto al parco e sedersi su una panchina per riposare o osservare i bambini che giocano.
In Italia fino a 5/10 anni fa i parchi giochi inclusivi erano quasi del tutto sconosciuti, forse ne esistevano un paio ma reperire notizie su questo tipo di area gioco era difficile. Da 2/3 anni è cresciuta molto l’attenzione ma proprio perché non esiste una definizione ufficiale e perché è un concetto abbastanza nuovo, si fa ancora tanta confusione e non tutti hanno ben chiaro cosa sia un parco gioco inclusivo.

Ad esempio tanti comuni decidono di installare un’altalena per utenti in carrozzina, spesso decidono di installarla in un parco dove non sono presenti altri giochi accessibili e fruibili da parte di tutti oppure in un giardino dove non sono presenti altri giochi, non è raro che venga installata su terreni non accessibili come terra, ghiaia e erba. Molto spesso durante la cerimonia di inaugurazione del gioco viene dichiarato che finalmente tutti i bambini possono giocare. Purtroppo non è così! Le disabilità sono tante e varie e realizzare un parco dove tutti i bambini possono giocare significa tener conto di disabilità intellettive, sensoriali e motorie. Le disabilità motorie non sono tutte così gravi da richiedere l’ausilio di una carrozzina per gli spostamenti.

A conferma che spesso si tende a scegliere questo tipo di gioco ci sono i numeri: in Italia ad oggi sono state installate circa 226 altalene per carrozzine mentre esistono solamente 45 parchi inclusivi. Tra l’altro sicuramente le altalene sono in numero superiore, (non sono riuscita a reperire i dati di tutte quelle installate in Italia), mentre il 45 è stato arrotondato per eccesso in quanto non tutti questi parchi sono dotati di accessibilità al 100% oppure presentano un numero di giochi accessibili e fruibili a tutti molto ridotto rispetto al numero di giochi totali installati. Inoltre invito a riflettere sul numero totale di luoghi in Italia dove bambini con disabilità possono giocare, solamente 350 circa, che se confrontato con tutti i parchi gioco esistenti nel nostro Paese sono un numero piccolissimo e insignificante.

Eppure in Italia esistono diverse leggi, norme e decreti che regolamentano diritto al gioco e abbattimento barriere architettoniche. Ad esempio la Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e adolescenza, sottoscritta da tanti Stati, sancisce il diritto al riposo e al tempo libero, a dedicarsi al gioco e ad attività ricreative

Anche la Convenzione ONU per i diritti delle persone con disabilità ricorda che bisogna garantire ai minori con disabilità la partecipazione alle attività ludiche, ricreative, agli svaghi ed allo sport…

Questo decreto invece si occupa di abbattimento barriere che non dovrebbero appunto essere presenti in edifici e spazi pubblici. Il parco giochi non è anch’esso un luogo pubblico dove dovrebbero poter accedere tutti?

Anche questa norma UNI ricorda che l’abbattimento delle barriere è importante e non solo per le persone con disabilità ma anche, ad esempio, per le mamme che spingono passeggini o carrozzine; pensate ad esempio a quanto è scomodo salire e scendere con il passeggino su marciapiedi privi di rampa.

Questa non è una norma ma sono semplici linee guida stilate dal comune di Jesolo tanti anni fa dopo la realizzazione di uno dei primi parchi giochi inclusivo in Italia. Queste linee guida sono ricche di suggerimenti al fine di rendere più accessibili e fruibili sia i giochi che il parco stesso a bambini con disabilità motoria.

Ultima slide riguardante leggi e simili: la scorsa estate è apparsa sui quotidiani la notizia di una famiglia che ha intentato causa a un comune in provincia di Pavia. Il comune aveva deciso di installare un gioco nel giardino di una scuola elementare, in una classe era presente un bimbo con disabilità e la famiglia aveva richiesto fosse scelto un gioco accessibile. Il comune ha invece deciso di approvare l’installazione del gioco in foto e, dopo aver provato a dialogare con il comune per trovare una soluzione purtroppo la famiglia ha dovuto intentare causa per far valere i diritti del bambino. Di poche settimane fa la notizia che la causa è stata vinta a dimostrazione che il diritto al gioco e l’abbattimento delle barriere non esistono solo sulla carta ma bisogna sempre tenerne conto quando si decide di realizzare un nuovo parco giochi.

Alcuni esempi di parchi giochi classici che a causa del tipo fondo sul quale sono stati installati i giochi non sono accessibili a tutti. Parco giochi con fondo in ghiaia che, sappiamo tutti, non è terreno facilmente percorribile da persone, (adulti e bambini), che usano la carrozzina.

Parco giochi con fondo di erba dotato di vialetti, che non conducono fino ai giochi, non piastrellati e livellati e che la pioggia rende assolutamente inagibili.

Parco giochi con gradino da superare per accedere ai giochi, anche in questo caso accessibilità limitata, mancano anche i vialetti per raggiungere le varie aree gioco dotate di pavimentazione antitrauma.

Il parco nell’immagine sopra, nonostante sia ben visibile della ghiaia è invece un parco completamente accessibile dotato di vialetti lisci e pianeggianti che collegano le varie aree in gomma sulla quale sono stati installati i giochi. Dotato anche di indicazioni per persone cieche e/o ipovedenti e mappa in caratteri Braille all’ingresso.

Il parco ritratto nell’immagine sotto invece non è inclusivo ma è ugualmente accessibile grazie a un vialetto che lo attraversa e quindi tutte le persone possono decidere di fare una passeggiata.

In questo parco, che si trova a Santarcangelo di Romagna, di recente è stata installata anche una giostrina accessibile a tutti, anche bambini in carrozzina, rendendo di fatto il parco più fruibile da part di tutti.

A rafforzare l’idea che un parco è uno spazio pubblico questo bellissimo prato, (sempre Santarcangelo), dove in estate vengono organizzati eventi, feste, e in estate attività motoria gratuita sul prato per tutti!

Anche a Bolzano di recente è stato realizzato un parco giochi inclusivo, il primo in Italia ad essere dotato di percorso per la riabilitazione motoria, i bambini possono svolgere questa attività all’aperto insieme ai loro coetanei invece che al chiuso in un centro di riabilitazione. Un esempio da seguire.

Riflessione di Beatrice, mamma di Orlando, dopo aver visitato un parco che è stato definito inclusivo: “Ieri era una bella giornata e decidiamo di portare Orlando al parco giochi inclusivo. Quando arriviamo questa è la situazione: una strada divide in due le aree giochi e già a occhio si nota che una è inclusiva, l’altra esclusiva. Perché? Perché in una si nota una struttura con rampa di accesso, l’altra è la classica struttura con scivoli e giochi di arrampicata. 

Andiamo in quella inclusiva e questo è il panorama: la pavimentazione è in materiale plastico malmesso che crea un percorso che non arriva neanche ai giochi. Di inclusivo c’è una struttura che ad Orlando piace perché ha un piccolo timone e la possibilità di gironzolare, per il resto: il gioco sonoro noioso, l’altalena a cesto non lo attira… Poco inclusiva è l’atmosfera tra genitori e bimbi che sono poco socievoli. Quindi vuol dire che il parco non svolge il suo compito. 

Stiamo per andare via quando Orlando nota l’altra area, quella esclusiva, e ci vuole andare. Quell’area è recintata con uno steccato in legno rialzato senza pedana per accedere, la pavimentazione è in gomma colata. Tutto pulito, niente pavimentazione sconnessa e una enorme struttura in legno. 

Ora io mi chiedo; colui che ha dato l’ok a questo progetto, chiamandolo inclusivo, cosa pensava? Vorrei chiedergli: cosa è inclusivo per te? Che vuol dire accessibilità?
(Fonte https://www.facebook.com/progettobelvedere/)

Come potete vedere dalle immagini in questo parco, dichiarato inclusivo, l’accessibilità non è assolutamente garantita in quando la pavimentazione è formata da piastrelle che in alcuni punti sono unite l’una all’altra con del cemento creando dei dislivelli, dei piccoli gradini. I vialetti non conducono fino all’ingresso del gioco con rampa ma si fermano prima…L’interno del gioco è invece accessibile con pavimentazione liscia e pianeggiante e Orlando può giocare.

Nell’immagine sotto un altro parco che è stato dichiarato inclusivo, in questo caso ci si è dimenticati completamente dell’accessibilità. In questo parco sono presenti altri giochi, non visibili nell’immagine: altalena per carrozzine, un canestro, un galeone parzialmente accessibile nella parte a livello terra ma il fondo è completamente in terra fine, (o sabbia), ovvero assolutamente non accessibile a tutti e anche un gioco come la giostrina per carrozzine non è più accessibile in autonomia in quanto è presente un gradino.

Nel parco dell’immagine sotto l’accessibilità c’è, (anche se è stato scelto un tipo di fondo particolare, simile all’erba sintetica e quindi non tra quelli su cui transitano con più facilità le carrozzine), ma ci si è dimenticati dei giochi… Sono presenti, oltre ai giochi ritratti nella foto, un classico scivolo con gradini e un’altalena a cesto piccolina. Un bimbo con disabilità motoria con cosa può giocare? Si deve accontentare dell’altalena a cesto? Anche il gioco di arrampicata, dotato di maniglie avrebbe potuto essere parzialmente fruibile, (un bambino avrebbe potuto aggrapparsi alle maniglie anche se in carrozzina), ma è stato lasciato un passaggio strettissimo e non tutte le carrozzine riescono a infilarsi tra i sue sostegni di legno.

Importanza del gioco! Non dimentichiamoci mai che noi adulti, (genitori, amministratori, progettisti), abbiamo una grande responsabilità verso i bambini. Dobbiamo riuscire a garantire il gioco a tutti perché questa attività è importantissima per i bambini in quanto permette loro di affrontare delle sfide, di trovare soluzioni, di socializzare, insomma una vera e propria scuola di vita!

Come si può garantire il gioco a tutti? Attraverso la realizzazione di un parco giochi inclusivo. Quest’ultimo, a differenza di un parco giochi classico che spesso nasce dalla scelta di giochi da un catalogo, deve nascere da un progetto redatto da una persona esperta di aree gioco, si possono anche coinvolgere le associazioni di volontariato che si occupano di disabilità. Ad esempio a Rimini, quando il comune ha deciso di realizzare il parco inclusivo ha istituito un gruppo di lavoro formato da un progettista e dai rappresentanti di associazioni che si occupano di disabilità intellettiva, sensoriale e motoria che hanno potuto apportare un importante contributo al fine di comprendere i bisogni dei bambini.

Cosa accade nel caso in città siano presenti solamente parchi gioco classici? Accade che alcuni bambini giocano e altri restano a guardare mentre in un parco giochi inclusivo giocano tutti! Anzi, spesso quando l’offerta è solamente quella del parco classico tanti bambini restano a casa perché i genitori, sapendo che al parco non vi sono giochi fruibili dal proprio bambino, non lo frequentano proprio.

Qui di seguito alcuni esempi di piccoli accorgimenti che potrebbero essere scontati, (ma viste le immagini dei parchi dichiarati inclusivi non lo sono), per rendere un parco più accessibile a tutti.

Altalena: su un’altalena con sedile a tavoletta installata su fondo di ghiaino non possono accedere tutti i bambini: bisogna essere in grado di camminare bene e mantenere l’equilibrio.

Però se scegliamo un sedile per altalena come quello delle immagini sopra e sotto molti più utenti potranno provare a dondolare perché questo tipo di sedile è adatto anche a chi non è in grado si sostenere tronco o capo.

Scivolo: questo tipo di gioco è uno dei meno accessibili e fruibile da parte di bambini con disabilità motoria in quanto dotato di scaletta, corda arrampicata o rampe con forte pendenza che permettono l’accesso alla parte superiore.

Anche in questo caso possiamo pensare a piccoli accorgimenti per permettere a più bambini di utilizzare questo gioco.

Ad esempio possiamo scegliere un accesso con gradini, (o pedane), larghe e basse e magari dotate di maniglie o corrimano in modo da permettere a chi non ha disabilità motoria gravissima di salire gattonando.

Un’altra soluzione, adottata nel parco di Rimini, è quella della rampa che permette proprio a tutti di accedere, anche a chi è seduto in carrozzina.

Naturalmente questa rampa ha una pendenza sotto al 8% lo dico perché capita di vedere alcuni giochi sui cataloghi con rampe di accesso con una pendenza talmente alta che sfido il progettista a sedersi in carrozzina per 5 minuti e provare se riesce a salire fino in cima.

Qui sotto un particolare della piattaforma che agevola il trasferimento del bambino dalla carrozzina al punto di partenza dello scivolo.

Lo scivolo.

Pista dello scivolo: nell’immagine sotto una pista per scivolo stretta che permette a un solo bambino per volta di scivolare.

Se però scegliamo una pista più larga o una a doppia pista permettiamo a più bambini di scivolare insieme e quindi anche un bambino con disabilità può provare questa esperienza affiancato ad esempio da altri due bambini.

Oppure può scendere insieme a un genitore che lo sostiene.

Questo scivolo, nonostante sia accessibile a tutti, non è certo meno divertente di uno classico, anzi! I bambini si esibiscono in acrobazie e spesso anche i genitori si divertono a provare questo gioco.

Un particolare delle rampette predisposte per riportare la carrozzina a terra con un percorso breve rispetto a quello della rampa. Lo scivolo è quindi dotato di tre accessi: rampa, parete di arrampicata e scale.

L’ombra non è legata strettamente all’accessibilità ma sicuramente rende un parco più piacevole, in questo parco ad esempio non sono presenti zone d’ombra e quando l’ho visitato in luglio insieme a Raffaella abbiamo sofferto parecchio per il caldo!

Infine alcune immagini dell’area gioco “Tutti a bordo!” di Rimini alla quale sono particolarmente legata.

Lo scivolo Tuiotù con la sua parete di arrampicata.

Disco rotante, barchetta accessibile.

Un particolare della rampa che mostra bambini che la utilizzano, divertendosi, in svariati modi: i bambini piccoli corrono in salita e discesa a piedi, altri bambini utilizzano il monopattino o lo skateboard per scendere.
La barca e l’altalena.
Altalena a cestone e gioco d’acqua.
Gioco d’acqua.
Questo gioco piace moltissimo ai bambini e in estate è uno dei più utilizzati. Alle mamme piace meno perché i bambini si bagnano e sporcano 🙂
Il blog Parchi per Tutti. In questo blog potete trovare informazioni a 360° sui parchi inclusivi: dove si trovano, quali aziende vendono giochi adatti a questo tipo di area gioco, progetti in corso, raccolte fondi, articoli sul diritto al gioco, linee guida, sicurezza, lettere da inviare ai Sindaci per sensibilizzare…
Ultima slide: durante la nostra esistenza attraversiamo fasi in cui siamo più o meno abili nel camminare, correre, arrampicarci, mantenere l’equilibrio. Quando siamo piccoli e impariamo a camminare, quando diventiamo mamme e papà e spingiamo un passeggino, quando ci infortuniamo e usiamo le stampelle, quando diventiamo anziani e ci aiutiamo con un bastone da passeggio…
Uno spazio privo di barriere architettoniche è uno spazio migliore non solo per le persone con disabilità ma per tutti! Ricordiamocene quando progettiamo un parco giochi! Un parco giochi è uno spazio pubblico e dovrebbe poter essere accessibile e fruibile da parte di tutti i cittadini grandi e piccini.

Per scaricare le slides in formato pdf, prive del testo descrittivo, clicca qui: https://drive.google.com/open?id=0ByXsozRzE-OkUWprNjJ5T2ZNZjQ

Claudia Protti & Raffaella Bedetti – © Parchi per Tutti

 

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