Si è svolto oggi, 14 settembre 2016, il primo ciclo di conferenze CosmoBike Mobility. Il tema della giornata: “La città dei bambini”. Si è parlato di piste ciclabili, del troppo utilizzo delle automobili nelle nostre città, di progetti per il benessere dei bambini come pedibus, bike to school, buone pratiche in diverse città italiane e tanto altro.
Una piccola parte della giornata è stata dedicata allo spazio del gioco e l’accessibilità. Sono intervenuti:

Massimo Seri, Sindaco del Comune di Fano che ha presento “Fano, città dei bambini” e i vari interventi che son stati fatti a sostegno della vivibilità da parte dei bambini della loro città.
Pinar Pinzuti, Bisikletizm, Izmir, Turchia che ha raccontato “Quando le strade diventano una festa” ovvero come si può coinvolgere una città intera a pedalare in allegria lasciando a casa l’automobile.
Claudia Protti, CerpaCriba ha presentato “Vivere il parco giochi”. I parchi inclusivi che garantiscono il diritto al gioco a tutti i bambini.
Giovanna Canziani, Psicologa  con il suo intervento “Ciclabilità urbana, un approccio cognitivo per nostre città”
Stella Mecozzi, Operatrice sociale che ha raccontato il percorso fatto con i bambini della scuola Pascucci di Santarcangelo di Romagna “Progettazione partecipata: era un parcheggio

Immagine Matteo Dondè
Qui sotto potete trovare slides e intervento “Vivere il parco giochi”

Buongiorno a tutti, mi chiamo Claudia e oggi sono qui per parlarvi di parchi giochi inclusivi a nome del C.E.R.P.A. che è il Centro Europeo di Ricerca e Promozione dell’Accessibilità. Il C.E.R.P.A. è un’associazione Onlus che ha lo scopo principale di contribuire alla promozione della cultura dell’inclusione sociale al fine di migliorare la qualità di vita, l’accessibilità, fruibilità ed usabilità degli ambienti.

Il tema di questa giornata è “La città dei bambini“: quando pensiamo ai nostri piccoli cittadini, i nostri figli, nipoti, alunni, viene spontaneo chiedersi quanto sono vivibili per loro le nostre città. Quanto sono sicure, quante sono le zone pedonali, quante sono le strade che i bambini possono percorrere in autonomia e sicurezza a piedi o in bicicletta.
Quando pensiamo ai bambini viene spontaneo anche pensare al gioco, ai parchi gioco e ai parchi giochi inclusivi.
Vorrei spiegare cos’è un parco giochi inclusivo perché in Italia questi spazi gioco non sono molto conosciuti infatti ne esistono solamente una 40ina a cui si affiancano altri circa 300 luoghi dove è installato magari un solo gioco accessibile, nella maggior parte dei casi l’altalena per carrozzine e spesso su terreno poco accessibile che è una contraddizione perché al gioco, prima di tutto, ci devo poter arrivare con facilità.
Un parco giochi inclusivo è un’area a cui tutti i bambini possono accedere e dove tutti i bambini possono giocare e interagire tra loro. Con tutti intendo anche bambini con disabilità. Bambini che usano che usano la carrozzina, bambini che hanno una lieve difficoltà motoria, bambini ciechi o ipovedenti. Spesso i bambini con disabilità sono esclusi dal gioco nei parchi classici perché non adatti ai bisogni di chi, ad esempio, utilizza la carrozzina per spostarsi.

I parchi classici presentano spesso varie barriere architettoniche come gradini e hanno piazzole e vialetti con fondo di terra, erba, ghiaia o sabbia che sono assolutamente inadatti al transito delle carrozzine o di chi usa altri ausili per camminare o per chi utilizza momentaneamente le stampelle.

Avete mai pensato  come un bambino con una disabilità motoria possa utilizzare i giochi presenti in un parco classico? Semplicemente, nella maggioranza dei casi, non può, può solamente restare a guardare. Finché si tratta di bambini piccoli la mamma o un altro adulto può aiutarli a dondolare o scivolare ma raggiunta una certa età i bambini vogliono fare da soli ed è quindi giusto che esistano luoghi dove anche chi non può correre o vedere possa accedere con facilità e trovare giochi che può utilizzare.

Questo si chiama diritto al gioco ed è sancito dalla Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia. Il gioco è un diritto non solo perché permette al bambino di sfogarsi, divertirsi, rilassarsi, ma perché è proprio attraverso esso che i bambini imparano a rispettarsi a vicenda, a rispettare le regole. I bambini al parco litigano ma in autonomia riescono poi a trovare dei compromessi, i bambini al parco si sfidano a vicenda, sfidano le proprie paure. Attraverso il gioco i bambini simulano situazioni di diverso tipo e si preparano alla vita.
Attraverso queste esperienze e molte altre i bambini si preparano alla vita adulta ed è quindi importantissimo concedere loro tanti momenti di gioco libero al parco. Questi momenti sono importanti per tutti i bambini, anche coloro che hanno una disabilità motoria, sensoriale o intellettiva. Come dicevo prima i parchi gioco classici spesso non sono adatti a tutti i bambini e per questo sono nati i cosiddetti parchi inclusivi. Parchi che includono tutti nel gioco e non lasciano fuori nessuno
Vi dico prima cosa non è un parco inclusivo:
– non è un parco riservato a bambini disabili
– non è un parco dove è installata l’altalena per carrozzine accanto a giochi classici
– non è un parco dove è installato un solo gioco fruibile da parte di tutti i bambini
– non è un parco con giochi potenzialmente accessibili e fruibili installati su prato o ghiaia
– e azzardo a dire che non è un parco allestito tramite scelta di 2/3 giochi da un catalogo come spesso accade nel caso di parchi classici

Quindi cos’è un parco giochi inclusivo? Innanzitutto è un’area completamente priva di barriere architettoniche  dove sono installati giochi  il più possibile accessibili e fruibili da parte di tutti i bambini. Bambini che possono correre, bambini che usano la carrozzina, bambini ipovedenti, bambini con disabilità motoria lieve.
Questi parchi nonostante le disabilità siano tante e varie e talvolta causino un indebolimento muscolare generale, altre volte impediscano l’uso degli arti inferiori o ancora una difficoltà a coordinare i movimenti o problemi di vista, offrono giochi il più possibile fruibili da parte di tutti, da parte di tutti i bambini con abilità differenti. Per questo motivo dicevo che sono parchi che necessitano di una progettazione proprio per ottenere il massimo risultato e permettere il gioco al maggior numero possibile di utenti.
Quali giochi sono presenti in un parco inclusivo? Tutti. In un parco giochi inclusivo possono essere installati giochi come scivolo, altalena, giostra, casetta, bilici, molle. L’importante è che si parta da una buona progettazione realizzata da una persona competente che conosca i giochi ma non solo. Sono importanti nozioni di pedagogia ma anche informazioni riguardo la disabilità. Una buona soluzione può essere quella della progettazione partecipata adottata anche dal Comune di Rimini che non avendo nel proprio organico una persona con queste competenze si è rivolto ad un esterno cui è stato affidato il compito di redigere il progetto, Designer Fabio Casadei, ma non solo, è stato anche istituito un gruppo di lavoro formato da rappresentanti di genitori e di diverse associazioni di volontariato del territorio.
Grazie al gruppo di lavoro sono stati apportati consigli ed esperienze utili al fine di soddisfare i bisogni di tutti i bambini. La cosa più importante però è stato appunto il coinvolgimento di un progettista esperto di aree gioco che ha potuto utilizzare la propria esperienza e le proprie competenze creando un parco giochi davvero speciale
Il risultato è un parco molto armonico con diverse offerte di gioco per tanti bambini con bisogni diversi. Un parco che invita i bambini a giocare insieme, un parco dove vive una creatura un po’ magica, il serpente Tuiotù che regala a tutti la possibilità di scivolare.

Lo scivolo solitamente è uno dei giochi meno accessibili poiché dotato di scalette strette e alte o di rampa ripida sulla quale bisogna arrampicarsi, in questo parco invece è accessibile a tutti. Realizzare uno scivolo con gradini larghi e bassi, al posto di quelli ripidi e stretti, permette anche a bambini con disabilità che possono gattonare di salire sullo scivolo, da soli o accompagnati. Aggiungere un corrimano significa offrire un punto di appoggio a chi cammina con difficoltà.

Sostituire i gradini con una rampa con pendenza a norma permette anche a chi usa carrozzina di raggiungere la cima dello scivolo, con o senza aiuto di un adulto. Aggiungere anche una pedana rialzata invece aiuta appunto nel trasferimento dalla carrozzina al punto di partenza dello scivolo.

Per quanto riguarda lo scivolo: sceglierne uno a pista stretta consente la scivolata a un solo bambino per volta mentre uno a doppia pista o pista larga permette ai bimbi che non sono in grado di reggersi da soli di scivolare con un genitore o amico.

Stessa cosa per l’altalena: un sedile a tavoletta è accessibile solo ad alcuni bambini, ovvero coloro che hanno controllo del capo, del tronco e possono mantenersi in equilibrio mentre un sedile con schienale è accessibile anche a chi non ha il controllo del tronco.

Questi sono solo alcuni esempi e dimostrano che i giochi devono essere scelti con cura, maggior cura ancora ai particolari e all’accessibilità
Purtroppo in Italia i parchi gioco inclusivi non sono molto conosciuti e sono pochi i Comuni che hanno deciso di realizzare un parco per tutti i bambini nelle loro città.
Sarebbe importante lavorare per creare uno spazio gioco inclusivo dove installare più giochi accessibili a tutti contemporaneamente, e non la solita altalena per carrozzine per garantire a tutti il diritto al gioco.

Concludo con la speranza di avervi dato qualche informazione utile sui parchi inclusivi che possono rendere migliori le nostre città in quanto permettono appunto a tutti i bambini di vivere appieno la propria infanzia e spero vivamente che in un futuro non troppo lontano ogni città possa avere il proprio parco inclusivo, quello vero, e non solo un’altalena riservata a qualche bambino. Non dobbiamo dimenticare che i bambini sono i nostri piccoli cittadini e noi adulti abbiamo il dovere di lasciare a loro una città il più vivibile possibile in ogni senso.

Per scaricare il testo e le slides di questo post in formato pdf clicca qui: https://drive.google.com/open?id=0ByXsozRzE-OkUTNGRm9XVEswbjg

Claudia Protti & Raffaella Bedetti – © Parchi per Tutti

 

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