Gita al parco giochi inclusivo di Rimini
03 Mag 2016
La Socia mi incalza per scrivere un post sulle mie impressioni riguardo il nuovo parco giochi di Rimini e quindi eccoci qui!
È passato già un mese dall’inaugurazione della nuova area gioco “Tutti a bordo!” e sono passati quasi due anni dalla nostra gita al parco di Fontaniva*.
Non mi voglio soffermare a descrivere i giochi presenti, il lungo lavoro che si è svolto dietro le quinte per realizzarlo, ma voglio provare a rendervi partecipi di un nostro stato d’animo, forse più di uno.
Io e Cristian abbiamo sbirciato il parco con un addetto ai lavori prima dell’apertura. L’impatto a prima vista è stato sicuramente bellissimo: i colori, gli alberi, uno scivolo a forma di serpente con una rampa di salita al posto dei gradini mai visto finora.

Cristian fremeva dalla voglia di vederlo aperto e poter provare i giochi, ma allo stesso tempo mi chiedeva come poteva LUI usare quei giochi.
Io fremevo per vederlo divertirsi e giocare con gli altri e tremavo per la paura che come al solito non riuscisse a giocare!
Giocare in questo parco è stata una scoperta meravigliosa! 
Cristian ha studiato la mappa, i caratteri Braille sul vialetto, ha ispezionato a fondo ogni gioco. “Mamma io non riesco a far niente qui” e via con il primo macigno sulla testa, cinque secondi in cui ti senti in mezzo ad un tornado e vedi buttata la fatica della socia, di chi ha creduto e lavorato sodo per realizzare questo progetto. Le disabilità non sono tutte uguali, chi usa una carrozzina non significa che abbia le stesse limitazioni motorie. Cristian ha poca forza anche nei muscoli degli arti superiori, (SMA), ragione per cui la rampa dello scivolo Tuiotù gli sembrava una montagna invalicabile. Per fortuna gli occhi dei bambini vedono diversamente rispetto a noi adulti e la loro testolina funziona meglio della nostra: è bastato che suo fratello si buttasse letteralmente nella vasca con diga del gioco d’acqua. seguito a ruota da Samuele, per far “scatenare” qualcosa in lui e decidere di seguirli a sua volta! Non poteva certo rimanere in disparte.
Io lo chiamo il principe insoddisfatto: tanti anni a non poter giocare al parco e ora non sa come si fa!!!

Abbiamo scivolato insieme sul serpente Tuiotù, (Che divertimento! Io e la socia a litigare per scendere con lui), è scivolato con i suoi amici… La rampa di salita è diventata una pista per sfrecciare con la sua spider , (intanto io rischio l’infarto, già lo vedo ribaltarsi in curva o centrare in pieno un albero!), può spostarsi da una zona all’altra in autonomia grazie ai vialetti di collegamento che rendono accessibile a tutti il parco, (unica pecca a mio avviso la ghiaia che i bimbi, giocando, spostano sopra al vialetto e sulle parti in gomma), oppure con l’aiuto di un amico. Dirige i lavori dei più piccoli al gioco d’acqua con la pompa e vasca, insomma con l’aiuto di un adulto e dei suoi amichetti, riesce a giocare al parco! Riesce a divertirsi anche lui e fa i capricci per tornare a casa!
La cosa che più mi ha emozionato è stata osservare, (osservavo davvero, seduta su una panchina!), Cristian giocare e interagire con altri bambini; bimbi mai visti e conosciuti che si sono avvicinati a lui e noncuranti della spider hanno iniziato a spingerlo fin sulla cima dello scivolo, ognuno aveva un ruolo: Capitan Squalo, il Cattivo, le Principesse…. Cristian era uno di loro, non il bimbo in carrozzina che non può giocare! 
C’è una altra cosa bella di questo parco però. È talmente ben progettato che l’ultima cosa che si può pensare è che sia un parco per disabili. E mi è anche capitato di vedere altri bambini in carrozzina o con difficoltà passare qualche ora spensierata di gioco!

Voi direte: cosa c’è di tanto strano in questo racconto? Beh, prima di tutto per noi finora era impensabile trascorrere qualche ora spensierata in un parco giochi, tanto più che di solito dovevo cercare di conciliare il bisogno di aiuto di Cristian con le necessità di Mattia, (3 anni), ebbene qui, proprio grazie a una progettazione attenta, per la disposizione dei giochi e sinceramente non so per quale altra magia, riesco a tenerli sott’occhio entrambi e tutti e due possono giocare.
Ho parlato di progettazione. Per questo parco è stato fatto un vero e proprio progetto dal designer Fabio Casadei, i giochi non sono stati scelti su un catalogo e posizionati in base agli ingombri degli stessi. Questa è una vera area giochi inclusiva, frutto dell’impegno di un gruppo di persone che hanno cercato di pensare al diritto al gioco di tutti i bambini e hanno pensato prima di tutto all’accessibilità e poi al rendere i giochi il più possibile fruibili da parte di bambini con diversi tipi di disabilità ma al tempo stesso senza togliere il divertimento a chi è in grado di correre o arrampicarsi.
Ho scritto che ho osservato Cristian giocare mentre stavo seduta su una panchina: certo per molti è la normalità, c’è anche chi si va a bere il caffè e lascia i figli incustoditi a giocare, io non posso o perlomeno non posso allontanarmi nella maggior parte delle situazioni perché lui necessita di aiuto anche solo per alzare una bottiglietta d’acqua!
È questo quello che rende differente un parco INCLUSIVO e ACCESSIBILE, un parco per TUTTI !

Raffaella Bedetti, mamma di Cristian.

Samuele, Cristian e altri bimbi che giocano insieme nell’area giochi inclusiva di Rimini

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*Fontaniva e il parco inclusivo con Cristian

Claudia Protti & Raffaella Bedetti – © Parchi per Tutti

 

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